Pope on World Deaf Day: fight culture of exclusion, waste
Pope Francis has sent a message to Italy’s National Agency for the Deaf on the occasion of the 60th anniversary of World Deaf Day, which this year is being observed on September 29.
By Robin Gomes
Pope Francis on Friday called for the promotion of deaf people against today’s culture of exclusion and waste, by increasing their welcome, inclusion, encounter and solidarity.
The Pope’s appeal came in a message on the occasion of the 60th anniversary of World Deaf Day which Italy is observing on September 29. this year.
The World Federation of the Deaf (WFD) initiated the observance of World Deaf Day in 1958, with the first celebration taking place in Rome on 28 September that year. The annual day was later extended to a full week at the end of September, becoming the International Week of the Deaf (IWD). The World Deaf Day is marked on the last day of the IWD.
Exclusion, culture of waste
In his message to the Ente Nazionale Sordi (ENS) or Italy’s National Agency for the Deaf, Pope Francis thanked the many men and women of good will, who through years have committed themselves “fighting exclusion and the culture of waste in order to protect and promote, in every area, the value of the life of every human being and, in particular, the dignity of deaf people.”
He said the history of E.N.S. is made by those who have not given up and have continued to believe in the self-determination of deaf people. According to the Pope, the fact that many deaf people and their families no longer feel alone, is a great achievement.
The Pope lamented that while great progress has been made over the decades in the scientific, social and cultural fields, the dangerous and unacceptable culture of waste has also spread, because economic interest, power and unbridled consumption have replaced the centrality of the human person. And among the victims of this culture, the Pope said, are the most fragile people, the elderly and young people.
Going against the tide
The Pope told the members of the National Agency for the Deaf that they are not a sum of people, but have formed an association to live and transmit their will to accompany and support those who, like them, are in difficulty but are first and foremost bearers of inestimable human wealth.
“Together we are called to go against the tide,” the Pope urged, “fighting first of all that the right of every man and woman to a dignified life be always protected.” He said, “It is not just a question of satisfying certain needs, but even more of seeing one’s own desire to be welcomed and to be able to live independently recognized.”
The challenge, Pope Francis said, is that inclusion should become a mentality and a culture, and that legislators and leaders should not fail to give this cause their consistent and concrete support.
https://www.vaticannews.va/en/pope/news/2018-09/pope-francis-world-deaf-day-message.html
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Messaggio del Santo Padre in occasione della 60ª Giornata Mondiale del Sordo, 28.09.2018
Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio che il Santo Padre Francesco ha inviato all’Ente Nazionale Sordi (E.N.S.) in occasione della 60ª Giornata Mondiale del Sordo, che si celebra oggi:
Cari fratelli e sorelle!
Oggi avrei voluto essere con voi, ma purtroppo non mi è stato possibile; perciò mi rendo presente con questo messaggio per esprimervi la mia vicinanza, in attesa di potervi incontrare in una prossima occasione.
In questa ricorrenza della 60ª Giornata Mondiale del Sordo – la prima fu celebrata a Roma il 28 settembre 1958 –, desidero anzitutto ringraziare il Signore per la testimonianza della vostra Associazione, l’Ente Nazionale Sordi, e di tanti uomini e donne di buona volontà, che da molti anni si impegnano a combattere l’esclusione e la cultura dello scarto per tutelare e promuovere, in ogni ambito, il valore della vita di ciascun essere umano e, in particolare, la dignità delle persone sorde.
Quella dell’E.N.S. è una storia fatta da persone che hanno creduto nell’unità, nella solidarietà, nella condivisione di obiettivi comuni, nella forza di essere comunità dentro un lungo cammino costellato di progressi, di sacrifici, di battaglie quotidiane. Una storia fatta da chi non si è arreso e ha continuato a credere nell’autodeterminazione delle persone sorde. Questo è un grande risultato, se penso ai tanti sordi e ai loro familiari che, di fronte alla sfida della disabilità, non si sentono più soli.
In questi decenni sono stati fatti grandi progressi in diversi ambiti, scientifico, sociale, culturale; ma nello stesso tempo si è anche diffusa la pericolosa e inaccettabile cultura dello scarto, come conseguenza della crisi antropologica che non pone più l’uomo al centro, ma ricerca piuttosto l’interesse economico, il potere e il consumo sfrenato (cfr Esort. ap. Evangelii gaudium, 52-53). Tra le vittime di tale cultura ci sono le persone più fragili, i bambini che hanno difficoltà a partecipare alla vita scolastica, gli anziani che sperimentano la solitudine e l’abbandono, i giovani che smarriscono il senso della vita e si vedono rubare il futuro e i sogni migliori.
Pensando a voi, vorrei ricordare che essere e fare associazione è in sé stesso un valore. Non siete una somma di persone, ma vi siete associati per vivere e trasmettere la volontà di accompagnare e sostenere chi, come voi, è in difficoltà ma è prima di tutto portatore di una inestimabile ricchezza umana. Oggi c’è molto bisogno di vivere con gioia e impegno la dimensione associativa: essere uniti e solidali, incontrarsi, condividere le esperienze, successi e fallimenti, mettere in comune risorse, tutto questo contribuisce ad accrescere il patrimonio umano, sociale e culturale di un popolo. Le associazioni come la vostra – grazie a Dio in Italia non sono poche – stimolano tutti a fare comunità, anzi, ad essere comunità, ad accoglierci a vicenda con i nostri limiti e le nostre fatiche, ma anche con le nostre gioie e i nostri sorrisi. Perché tutti abbiamo capacità e limiti!
Siamo chiamati insieme ad andare controcorrente, lottando anzitutto perché sia sempre tutelato il diritto di ogni uomo e ogni donna a una vita dignitosa. Non si tratta solo di soddisfare determinati bisogni, ma più ancora di vedere riconosciuto il proprio desiderio di essere accolti e poter vivere in autonomia. La sfida è che l’inclusione diventi mentalità e cultura, e che i legislatori e i governanti non facciano mancare a questa causa il loro coerente e concreto sostegno. Tra i diritti da garantire non vanno poi dimenticati quelli allo studio, al lavoro, alla casa, all’accessibilità nella comunicazione. Per questo, mentre si porta avanti con tenacia la doverosa lotta contro le barriere architettoniche, bisogna impegnarsi per abbattere tutte le barriere che impediscono la possibilità di relazione e di incontro in autonomia e per giungere a un’autentica cultura e pratica dell’inclusione. Questo vale sia per la società civile, sia per la comunità ecclesiale.
Molti di voi hanno raggiunto la propria posizione sociale e professionale, anche di alto livello, con grande fatica a motivo della sordità, e questa è una grande conquista umana e civile. Ma come sono contento quando vedo che voi, come pure altre persone con disabilità, in forza del vostro Battesimo raggiungete tali traguardi anche nell’ambito della Chiesa, soprattutto nel campo dell’evangelizzazione! Questo diventa esempio e stimolo per le comunità cristiane nella loro vita quotidiana.
Auspico che in ogni diocesi voi sordi, insieme con gli operatori pastorali preparati in lingua dei segni, labiolettura e sottotitolazione, collaboriate affinché le persone sorde siano pienamente inserite nella comunità cristiana e cresca in esse il senso di appartenenza. Per questo è necessaria una pastorale inclusiva nelle parrocchie, nelle associazioni e nelle scuole.
Il primo luogo di inclusione è, però, come sempre, la famiglia. Pertanto, anche in questo caso, le famiglie con persone sorde sono protagoniste del rinnovamento della mentalità e dello stile di vita. Lo sono sia in quanto destinatarie di servizi, che doverosamente rivendicano da parte delle istituzioni competenti; sia in quanto soggetti di azione promozionale in ambito civile, sociale ed ecclesiale.
Cari amici, molto è stato fatto, anche grazie a voi, per far crescere l’accoglienza, l’inclusione, l’incontro, la solidarietà. Ma tanto ancora resta da fare per la promozione delle persone sorde, superando l’isolamento di molte famiglie e riscattando quanti sono ancora oggetto di inaccettabili discriminazioni. Vi accompagnino in questo rinnovato impegno la mia preghiera e la mia benedizione. Ma anche voi, per favore, non dimenticate di pregare per me e per tutta la Chiesa, perché diventi sempre più comunità fraterna e ospitale.
Dal Vaticano, 28 settembre 2018
FRANCESCO