Droghe e dipendenze: dal 29 novembre al 1° dicembre un convegno in Vaticano

“Analizzare attuali criticità e trovare nuove e appropriate strategie alla lotta contro le droghe e il crescente sviluppo delle dipendenze”. Questo l’obiettivo principale della Conferenza internazionale promossa e organizzata dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale in Vaticano, dal 29 novembre al 1° dicembre, sul tema: “Droghe e dipendenze: un ostacolo allo sviluppo umano integrale”. A presentarla oggi, in un “meeting point” presso la Sala Stampa della Santa Sede, sono stati mons. Segundo Tejado, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, mons. Charles Namugera, officiale del Dicastero e organizzatore del convegno, e Nicolò Pisanu, presidente dell’Istituto superiore universitario di scienze psicopedagogiche e sociali “Progetto Uomo” (Ipu) della Federazione italiana delle comunità terapeutiche (Fict).

Punto di partenza dell’iniziativa, alla quale parteciperanno esperti provenienti da tutto il mondo, organizzazioni internazionali interessate al tema, specialisti provenienti dalle Chiese locali e operatori dei centri di riabilitazione, è l’ultimo Rapporto mondiale sulle droghe, dal quale emerge che su 250 milioni di persone che nel 2015 hanno fatto uso almeno una volta di droga, 29,5 milioni soffrono di disturbi legati a tale consumo. Durante i lavori, ha spiegato Pisanu, “ci sarà un aggiornamento sulle dipendenze, a partire dalle forme di tossicodipendenza classiche, come l’eroina e la cocaina, che hanno contrassegnato il mercato della droga fin dai suoi sordi, per arrivare alle nuove dipendenze, come le sostanze psicoattive e le pastiglie che vengono offerte dentro e fuori le discoteche. Si passerà poi ad analizzare il gioco d’azzardo e le dipendenze telematiche, forme di dipendenza sempre più diffuse e che richiedono tipologie di intervento particolari”. “Le varie forme di dipendenza ci raccontano l’estrema fragilità della nostra società”, ha spiegato l’esperto: “Il loro aumento è dovuto alla poca educazione alla resilienza e ai pochi messaggi proattivi. Alla radice c’è l’ondata lunga del consumismo che ormai è diventata una filosofia di vita, orientata al piacere immediato, alla reiterazione del desiderio di tipo narcisistico e solipsistico. Un cocktail micidiale che trova un terreno fertile anche nella povertà culturale e nella povertà concreta che si registrano in momenti di crisi economica e lavorativa come quello che stiamo attraversando”, soprattutto in un bacino di utenza, come quello italiano, dove “ci sono due milioni di giovani che non lavorano né studiano, i cosiddetti Neet”. I partecipanti al convegno in Vaticano saranno ricevuti in udienza dal Papa, che “ha dato un forte stimolo alla nostra iniziativa, direttamente e indirettamente”, ha reso noto Pisano: “Sia perché è preoccupato, come pastore, per la situazione mondiale, sia per i suoi interventi pedagogici che insistono sull’idea di libertà dell’uomo, che deve essere liberato da ogni vincolo che lo rende prigioniero a se stesso e al mondo”.

Durante i lavori, saranno presentate esperienze e progetti di prevenzione ed educazione, cura e riabilitazione portate avanti dalle comunità ecclesiali nei diversi continenti. Prevenzione, riabilitazione e reinserimento, i tre versanti di analisi del convegno, che si concluderà con alcune raccomandazioni e “punti di azione” pastorale.

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