Curare vuol dire rispettare il dono della vita dall’inizio fino alla fine. Non siamo noi i proprietari: la vita ci viene affidata, e i medici ne sono i servitori». Lo ha detto il Papa ai membri della Federazione internazionale delle Associazioni mediche cattoliche, ricevuti in udienza sabato mattina, 22 giugno, nella Sala Regia. «La vostra missione — ha spiegato il Pontefice — è nello stesso tempo una testimonianza di umanità, un modo privilegiato di far vedere, di far sentire che Dio, nostro Padre, si prende cura di ogni singola persona, senza distinzione. Egli vuole servirsi per questo anche delle nostre conoscenze, delle nostre mani e del nostro cuore, per curare e guarire ogni essere umano».

SS. Francesco – Sala Regia: Federazione Internazionale delle Associazioni Mediche Cattoliche 22-06-2019


(Foto: Simone Risoluti, Servizio Fotografico Vaticano)

Questo, ha proseguito, «esige da voi competenza, pazienza, forza spirituale e solidarietà fraterna. Lo stile di un medico cattolico unisce la professionalità alla capacità di collaborazione e al rigore etico. E tutto ciò va a beneficio sia dei malati sia dell’ambiente in cui operate».

Il discorso del Papa

http://www.osservatoreromano.va/vaticanresources/pdf/QUO_2019_142_2306.pdf

Consacrati al Sacro Cuore

La Federazione internazionale delle Associazioni mediche cattoliche (Fiamc) conta 120.000 membri suddivisi in 80 associazioni presenti in Africa, Asia, Australia, Nuova Zelanda, America del Nord, America latina ed Europa. Una loro rappresentanza si è ritrovata venerdì 21 giugno nella basilica Vaticana per la celebrazione dell’Eucaristia.

Durante la messa i medici si sono consacrati al Sacro Cuore di Gesù. Un atto di cui il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, ha reso partecipe Papa Francesco nel suo indirizzo d’omaggio. I medici, ha detto il porporato, intendono con questo gesto «rianimare nella loro professione il fuoco della carità e della compassione» verso i più fragili, gli ammalati, le persone con disabilità, i traumatizzati e i precari sociali. Essi hanno così «affermato nuovamente il loro impegno irriducibile a favore della difesa della vita dal concepimento fino alla morte naturale e si sono impegnati a rischiarare la propria coscienza alla presenza del Sacro Cuore di Gesù».

La Fiamc, ha spiegato il prefetto del Dicastero, esiste da circa un secolo con una doppia funzione: «Da una parte rinvigorire i medici nella fede in Gesù per aiutarli ad a t t u a re , nel loro operare quotidiano, il messaggio evangelico guidati dalla dottrina sociale della Chiesa»; dall’altra, informare «la Santa Sede circa le novità e gli sviluppi della medicina».