Vatican expresses closeness to those affected by coronavirus
In a message, the Vatican Dicastery for the Laity, Family and Life is inviting all to face the emergency with seriousness, serenity and courage.
By Robin Gomes (Vatican News)
“A person’s life has great value in the eyes of God. If in certain circumstances, something attacks the health and life itself of many persons, and perhaps even our own, we must not feel alone in the face of this enemy.”
This is the assurance that the Dicastery for the Laity, Family and Life evokes in a message regarding the Covid-19 emergency, better known as coronavirus.
Solidarity and gratitude
“As the Dicastery entrusted by the Holy Father with the pastoral care of the laity, the family and life, we wish to manifest – at this difficult time – to those who have been affected by coronavirus or feel threatened by this viral infection, our closeness, our affection and our prayer for them,” says the message.
The Dicastery thanks doctors, nurses, rescue workers and scientific researchers for the generosity of their dedication, encouraging them to spend their best efforts and intellectual talents donated by God on the current needs.
The Vatican department is inviting all to face this international health emergency with seriousness, serenity and courage, readying themselves also to make some sacrifices in their daily personal lifestyle for the common good.
All called to do their part
Everyone is called to do their part, the Dicastery says, assuring all that we have the protection of God, who watches over each one of us with the love of the Father.
The Church also wants to be close to every sick person affected by coronavirus, his or her family and friends, healthcare workers caring for the person, and researchers who seek a remedy for this disease.
Role of families
A special thought is addressed to the families, who are called to accompany their members affected by coronavirus, with love and a great sense of responsibility, or to take care of the elderly who cannot leave home because of the risk of contagion, the weaker ones because of another illness already in progress, and the children who have to stay home from school for health reasons.
The Dicastery for the Laity, Family and Life acknowledges that it is particularly burdensome for families living in conditions of poor economic resources and social assistance, and those who risk losing their jobs.
The message emphasizes that in these circumstances, the family can become a resource and a widespread driving force that brings out in each person the sense of responsibility, solidarity, fortitude, prudence, sharing and mutual help amid difficulties.
Finally, the Dicastery for the Laity, Family and Life joins Pope Francis, who at the general audience of 26 February expressed his closeness to those who are ill with coronavirus and the healthcare workers who treat them, as well as to the civil authorities and all those who are working to assist patients and stop the contagion.
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Cari fratelli e sorelle,
la vita che Dio ci ha donato, fondamento di ogni altro bene, è preziosa e fragile al medesimo tempo. Di questa ricchezza e di questo limite noi facciamo esperienza ogni giorno, ma in modo particolare quando la vita è esposta ad una minaccia per la sua dimensione spirituale e corporea, individuale e sociale. In questi momenti scorgiamo che un’ombra si alza all’orizzonte e copre qualche riflesso della luce divina che splende nella nostra vita. La paura di cadere nel pericolo ci assale e il nostro cuore si fa inquieto. Ma come dimenticare le parole di Gesù? Egli ci rassicura dicendo: «Neanche un passero cade a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri!» (Mt 10, 29b‒31).
La vita dell’uomo ha un valore grandissimo agli occhi di Dio. Se, in alcune circostanze, qualcosa attenta alla salute e alla vita stessa di molti uomini, e forse anche la nostra, non dobbiamo sentirci soli di fronte a questo nemico. Come in questi mesi, in cui si sta diffondendo in numerose parti del mondo un nuovo virus capace di infettare molto rapidamente interi gruppi e popolazioni, provocando una malattia contagiosa chiamata Covid-19. In molte persone essa provoca disturbi lievi, mentre in altre è causa di sofferenze più gravi e, in un numero molto limitato di casi, può portare anche alla morte.
Siamo tutti chiamati ad affrontare questa emergenza sanitaria internazionale con serietà, serenità e coraggio, rendendoci disponibili anche ad alcuni sacrifici nel nostro stile quotidiano di vita per il bene comune: il bene nostro e quello di tutti. Ognuno è chiamato a fare la propria parte, ma non è solo: abbiamo la protezione di Dio, che veglia su ciascuno di noi con l’amore di Padre, e uomini e donne che condividono con noi il cammino della vita e la solidarietà nel tempo presente e che verrà. Anche la Chiesa vuole essere accanto a ciascun ammalato di Covid-19, alla sua famiglia e ai suoi amici, al personale sanitario e di pubblica assistenza che si prende cura della sua persona, e agli studiosi che cercano un rimedio per questa patologia.
Come Dicastero preposto dal Santo Padre alla cura pastorale dei laici, della famiglia e della vita, desideriamo manifestare – in questo momento di difficoltà – a quanti sono stati colpiti dalla Covid-19 o si sentono minacciati da questa infezione virale la nostra vicinanza, il nostro affetto e la nostra preghiera per loro. Ai laici che svolgono la professione di medici, infermieri, soccorritori e ricercatori scientifici, impegnati nell’alleviare le sofferenze e l’ansia provocate dall’incombere di questo contagio e nello scoprire forme efficaci di trattamento di questa malattia, diciamo grazie per la generosità della loro dedizione e li incoraggiamo a spendere per questa buona causa le energie migliori e i talenti intellettuali che Dio ha loro dato.
Desideriamo rivolgere un pensiero particolare alle famiglie, che sono chiamate, con amore e senso di responsabilità grande, a farsi carico di accompagnare i loro membri affetti dalla Covid-19 o a prendersi cura degli anziani che non possono uscire di casa a motivo del rischio di contagio, dei soggetti più deboli a motivo di un’altra malattia già in corso, e dei bambini che devono restare a casa da scuola per ragioni sanitarie. È questo un compito gravoso soprattutto per le famiglie che vivono in località del mondo povere di risorse economiche e di assistenza sociale, ma anche per quelle in cui il marito, la moglie o altri componenti della famiglia rischiano di perdere il lavoro a motivo delle conseguenze della epidemia sulla produzione, il commercio, i trasporti, l’istruzione ed altre attività civili.
In queste circostanze difficili, la comunione d’amore tra i coniugi e con i loro genitori e figli è una risorsa preziosissima per l’intera società e per ciascuna persona a rischio di sperimentare la solitudine. La solitudine è male della persona che, nel caso del pericolo di contrarre una malattia, si aggiunge al male fisico provocato dalla patologia. «Non è bene che l’uomo sia solo» (Gn 2, 18): la sapiente preveggenza di Dio creatore nel pensare alla relazione sponsale tra l’uomo e la donna dispiega tutta la sua verità anche nella situazione provocata dal diffondersi di una infezione invalidante per i colpiti e per le relazioni sociali tra tutti i cittadini. Davvero, in queste circostanze, la famiglia può farsi risorsa, forza trainante e diffusiva del senso di responsabilità di ciascuno, di solidarietà, di fortezza e prudenza, di condivisione e aiuto reciproco nella difficoltà.
Il Dicastero si unisce a papa Francesco, che esprime la sua «vicinanza ai malati del coronavirus e agli operatori sanitari che li curano, come pure alle autorità civili e a tutti coloro che si stanno impegnando per assistere i pazienti e fermare il contagio» (Udienza generale, 13 febbraio 2020), e abbraccia ciascuno di voi, carissimi laici e famiglie, con il segno dell’unità e della pace tra tutti gli uomini, quello della Croce di nostro Signore.
Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita
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