Domenica 15 marzo ’20
III di quaresima
Digiuno della Santa Messa
Rito ambrosiano domenica di Abramo
Giovanni 8, 31-59 A B C
31 Gesù allora disse a quei Giudei che gli avevano creduto: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. 33 Gli risposero: “Noi siamo discendenti di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: “Diventerete liberi”?”. 34 Gesù rispose loro: “In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35 Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. 37 So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. 38 Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro”. 39 Gli risposero: “Il padre nostro è Abramo”. Disse loro Gesù: “Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. 40 Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. 41 Voi fate le opere del padre vostro”. Gli risposero allora: “Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!”. 42 Disse loro Gesù: “Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43 Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola. 44 Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli era omicida fin da principio e non stava saldo nella verità, perché in lui non c’è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna. 45 A me, invece, voi non credete, perché dico la verità. 46 Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? 47 Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio”.
Gli risposero i Giudei: “Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?”. 49 Rispose Gesù: “Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. 50 Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. 51 In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”. 52 Gli dissero allora i Giudei: “Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. 53 Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?”. 54 Rispose Gesù: “Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, 55 e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. 56 Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia”. 57 Allora i Giudei gli dissero: “Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono”. Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Commento
Gesù è il Messia che libera la nostra libertà.
Anche noi, come i Giudei che si scontrano con Gesù, pensiamo di essere liberi per conto nostro, come se noi avessimo deciso di nascere o di essere liberi.
In realtà la libertà è un dono, il più grande, che ci consente di accogliere Dio, il suo amore e l’amore per i nostri fratelli.
Se la libertà si allontana da questa sua natura e si impantana nella palude della sola autodeterminazione, perde il suo senso e produce grossi guai, come quelli che vediamo nei nostri tempi, dove la prepotenza dell’IO di ciascuno rovina le relazioni e fa crescere solitudine e conflitti.
Gesù dice che c’è un nesso essenziale tra libertà e verità, ma anche tra libertà e la Sua persona. E con ciò riporta la libertà alla sua vera natura, che è quella di essere libera adesione all’amore per Dio e gli Uomini
E così scopriamo che la libertà è fatta certamente di quella autodeterminazione che tutti rivendichiamo, spesso in maniera adolescenziale o ipocrita come nel caso dei Giudei, i quali dicono di non essere mai stati schiavi di nessuno, quando a ben vedere gli ebrei solo per poco tempo sono stati veramente indipendenti.
Ma la libertà è fatta anche di Verità – Valori e di Relazioni. Non abbiamo la libertà per fare qualsiasi cosa, ma per costruire autentiche relazioni di amore. Per fare ciò che è bello, buono e vero. Se la libertà non sceglie le persone si condanna alla solitudine, se la libertà non sceglie il bene si condanna all’autodistruzione.
Vivere la libertà in questo modo richiede una forza dall’alto che solo Gesù e il suo Spirito possono dare, da soli possiamo vivere solo una libertà malata che separa il bello dal bene e dal vero. In tal modo invece di servire Dio e i fratelli diventiamo arroganti e prepotenti.
Paolo ci ricorda che siamo stati liberati perché restassimo liberi Gal 5,1. Si rimane nella libertà solo se si resta in comunione di obbedienza e di amore con il Cristo.
Come organismo vivente la libertà va nutrita, dalle buone scelte, dalle buone amicizie, dalle buone letture, e, soprattutto, dallo Spirito Santo.
La meditazione del passo di Paolo nella lettera ai Galati ci può aiutare a comprendere che il senso della libertà è l’amore.
«Voi, infatti, fratelli, siete stati chiamati a liberà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante l’amore siate al servizio gli uni degli altri. Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardatevi almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!
Vi dico, dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne ha infatti desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda cosicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi fate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge. Del resto le opere della carne sono manifeste: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come ho già detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, contro queste cose non c’è legge» (Gal 5,13-23).
SUGGERIMENTO: celebrate in famiglia, in un momento della domenica, una liturgia della Parola.
È molto facile. In forma più ampia potete leggere i testi della Messa che trovate sul sito della diocesi o sul sito di Qumran2.net o sul sito liturgia giovane; poi leggete questo commento o un altro che trovate, poi fate un po’ di silenzio, esprimete ad alta voce qualche preghiera spontanea, il Padre nostro e la preghiera finale.
Per i più pigri: leggete questo vangelo con il commento, poi fate un po’ di silenzio, esprimete ad alta voce qualche preghiera spontanea, il padre nostro e la preghiera finale. Buona domenica!
Don Michele Aramini