Visita a sorpresa del cardinale Turkson al Gemelli per portare l’abbraccio del Papa
Il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale si è recato in visita al Policlinico in segno di solidarietà con i malati e il personale sanitario. Consegnati anche alcuni Rosari benedetti da Francesco
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano (Vatican News)
“Vi porto l’abbraccio del Papa, non siete soli nella lotta contro il Coronavirus!”. Sono queste le parole pronunciate dal cardinale Peter Turkson durante la visita a sorpresa questo pomeriggio, a Roma, al Policlinico Agostino Gemelli. Il porporato, accompagnato dai sottosegretari del Dicastero, monsignor Segundo Tejado Muñoz e padre Nicola Riccardi, ha incontrato il personale medico-sanitario impegnato nell’emergenza legata al Covid19. A loro e a tutti i malati colpiti dal virus, alle loro famiglie e ai sacerdoti che esercitano il ministero pastorale all’interno del nosocomio, il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha portato il saluto del Santo Padre. Al termine dell’incontro, i rappresentanti del Dicastero hanno consegnato ai presenti alcuni Rosari benedetti da Papa Francesco, assicurando “la preghiera e il sostegno della Chiesa in questo difficile momento di lotta alla pandemia e di prova, fisica e spirituale”. Intervistato da Vatican News,il cardinale Turkson ripercorre i vari momenti che hanno scandito la visita di oggi al Gemelli:Ascolta l’intervista al cardinale Peter Turkson
R. – Oggi abbiamo potuto fare questa visita al Gemelli, dove ogni giorno alle 14.30 i medici che curano i pazienti colpiti dal Covid si incontrano per fare il punto sull’esperienza del giorno. Siamo stati invitati oggi a partecipare a questa riunione per portare un saluto.
E ha portato il saluto di Papa Francesco…
R. – Si, il saluto da parte del Santo Padre, quello del team specifico sul Covid-19 voluto dal Papa, e dal Dicastero. Ho portato il saluto, la vicinanza e la solidarietà di Francesco. Al Gemelli abbiamo appreso qualcosa di grande interesse: il Gemelli ha potuto imparare dall’esperienza che si è vissuta nel Nord Italia. Hanno saputo separare i reparti. Una separazione in modo tale che un paziente colpito dal virus non può contagiare altri pazienti. Al Gemelli si è allestito un reparto dedicato completamente ai malati Covid. Questa netta separazione, fin dall’inizio, ha aiutato a tenere bassi i casi di mortalità. E questo ha salvato la città di Roma e le zone limitrofe.
In questo tempo di pandemia, in quali condizioni stanno lavorando i medici e gli infermieri all’ospedale Gemelli?
R. – Sono felici di poter assicurare l’assistenza necessaria ai malati. Il loro spirito è alto malgrado la pericolosità della situazione. Al Gemelli si è potuto mantenere uno spirito positivo. Sono 15 le squadre di medici che si alternano in questo reparto dedicato ai malati di Covid-19. Abbiamo incontrato uno di questi team. Tutti giovani intorno ai 30 anni. Nessuno si è lamentato. Non mancano mascherine, guanti e altri dispositivi necessari. Credo che al Gemelli si siano prese misure adeguate molto in anticipo. La cosa fondamentale è poter separare i pazienti. Dove non si riesce a fare questa separazione, il contagio non si arresta e la mortalità resta alta.