Domenica 24 maggio ’20

Ascensione del Signore

Rito ambrosiano.

In questa prima domenica di gioia per la ripresa delle celebrazioni, potreste trovare la celebrazione della messa dell’Ascensione oppure della VII domenica del tempo pasquale.

Questo perché a Milano l’Ascensione si è celebrata questo giovedì passato, ma è data ai parroci la possibilità di celebrare una messa dell’Ascensione nella VII domenica. Io vi propongo entrambi i commenti.

Ascensione del Signore

Luca 24, 36b-53 A B C

In quel tempo. Il Signore Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho”. 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: “Avete qui qualche cosa da mangiare?”. 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
44 Poi disse: “Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi”. 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto”.
50 Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Commento

Il Risorto appare ai suoi discepoli sbigottiti e li incoraggia in una maniera affettuosa, semplice, concreta: sono io, toccatemi, datemi da mangiare.

È proprio lui, il crocifisso ora risorto.

In questo dialogo che somiglia e riprende quello di Emmaus, riportatoci da Luca, Gesù si impegna molto a illuminare il senso delle Scritture a suo riguardo.

Vuol dire che esse sono essenziali anche oggi per la comprensione della sua persona e per entrare in dialogo con Lui, e l’Ascensione non è l’assenza di Gesù, ma un altro modo di essere presente.

Come dice il vangelo di Matteo: “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.

Gesù sale al Padre. L’umanità dell’uomo è attratta nelle profondità di Dio. Chissà come sarà possibile comporre la povertà del nostro corpo, per quanto glorioso, con l’essenza di Dio? Non possiamo dirlo. Quello che possiamo dire, e che ci rende felici, è l’abbraccio che il Padre rivolge al Figlio incarnato e quindi a tutta l’umanità e a ciascuno di noi. E il suo è un abbraccio che fa vivere. Per sempre, proprio come richiede l’amore. La forza di gravità che ci conduceva alla morte è sconfitta per sempre.

Ma Gesù ora sale al Padre e ciò vuol dire che presso il Padre è anche il nostro destino, perché Gesù è la via che conduce al Padre. Da qui la nostra gioia e speranza: non c’è spazio per il non senso nella nostra vita di cristiani. Per il senso del nostro vivere è chiaro: amare come Dio ama e gioire per sempre di questo amore con i fratelli.

E come non ci annoiamo mai di stare con le persone che amiamo sul serio, così non ci annoieremo mai in paradiso.

A ciò si deve aggiungere che la diversa presenza di Cristo nella nostra vita, ci rende adulti e responsabili. Adesso tocca a noi trafficare i doni ricevuti e iniziare la catena dell’amore ricevuto e donato. La comunità cristiana non può accettare di vivere abbandonando il mondo al suo destino, come fanno le sette e certi gruppi che si chiudono in una bolla di sapone e pensano soltanto a se stessi e ai propri interessi. La comunità cristiana autentica sa di avere una chiamata a collaborare con Dio per il bene di tutti gli uomini.

Perciò, ricomincia ogni giorno la storia della Chiesa, fatta del mio impegno, del tuo, del nostro. E come gli apostoli dovremo stare in mezzo alla gente, credente e non, con la gioia di Cristo nel cuore e dir loro che c’è una sorgente di amore che ci aspetta a braccia aperte. Il regno di Dio è in perenne costruzione, anche con le nostre mani.

VII Domenica di Pasqua

Luca 24, 13-35

13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Commento
Questa pagina del vangelo ci racconta di cuori scaldati dalle parole di Gesù. Noi ci rendiamo conto che le sue parole scaldano anche il nostro cuore, perché accompagnano l’incontro che fa rinascere i discepoli alla speranza. Il cammino di Emmaus si rinnova sempre per le strade di tutto il mondo.
Gesù risorto cammina sempre per le strade della terra, accanto a noi suoi discepoli.
Possiamo andare in una direzione che ci allontana da Lui, come i due di Emmaus, ma Lui ci raggiunge.
E ci rianima in quella speranza che noi perdiamo facilmente, con quella sua parola che, manifestando l’amore di Dio, dà senso vero alla nostra vita.
Il Vangelo dice che dopo la sparizione di Gesù dalla loro vista, i due ripensano al cuore riscaldato dalle parole di Gesù. Anche noi abbiamo fatto qualche volta l’esperienza che la Parola di Cristo ci ha liberati dalla palude in cui siamo finiti per le nostre scelte sbagliate. Come è stato bello, rasserenante, ci è nato un sorriso interiore che ha rinnovato il nostro essere.
Al termine del cammino Gesù nutre i due discepoli con il pane spezzato dell’eucaristia e fu visto per un breve momento.
Anche oggi Egli nutre noi e la Chiesa intera con la Parola e il Pane eucaristico, perché è il compagno della vita della Chiesa e della nostra vita personale: “Egli entrò per rimanere con loro”.
Dovunque ci sia una persona che nutre un fratello bisognoso di pane o di senso noi vediamo il Signore. Nutriti dal pane vivo di Gesù, anche noi dobbiamo diventare nutritori dei nostri fratelli che hanno fame del pane fisico. Ma non dobbiamo dimenticare coloro che hanno fame del Pane eucaristico e della Parola del Signore.

Celebrare bene l’Eucaristia, in modo che sia stimolo a rinnovare l’alleanza con il Signore, è un dovere primario della comunità cristiana. Come pure doveroso è offrire itinerari che aiutino a comprendere in profondità la Parola del Signore, in modo da superare quella estraneità al vangelo che lascia denutriti tanti nostri fratelli. Ogni parrocchia deve avere una scuola biblica, pur modesta che sia.

Rito romano

Ascensione del Signore

Matteo 28, 16-20

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Commento

Vedi il commento al rito ambrosiano.

Buona domenica a tutti

don Michele Aramini