Le associazioni mediche chiedono una produzione etica di vaccini contro il Covid-19
John Burger – Roberta Sciamplicotti – pubblicato il 04/12/20
La storia recente dei vaccini di successo che evitano l’uso di materiale abortito dovrebbe incoraggiare lo sforzo attuale per combattere il coronavirus
Ci sono modi etici per produrre un vaccino per il Covid-19, e gli scienziati dovrebbero perseguirlo, hanno affermato quattro organizzazioni mediche in una dichiarazione congiunta.
“Dallo scoppio della pandemia di Covid-19”, sostengono, “la nostra società ha dovuto adattarsi a restrizioni e limitazioni senza precedenti. Durante questo periodo di prova, è stato difficile trovare elementi di ottimismo. Il rapido sviluppo dei candidati al vaccino che utilizzano varie tecniche resta incoraggiante, ma mentre la celere disponibilità di vaccini efficaci è un obiettivo lodevole, le organizzazioni a guida medica che presentano questa dichiarazione sottolineano la necessità di rassicurazioni circa la sicurezza, l’efficacia e il pieno impegno per uno sviluppo etico senza compromessi”.
La dichiarazione, firmata dalla American Association of Pro-Life Obstetricians and Gynecologists, dall’American College of Pediatricians, dalla Catholic Medical Association e dalle Christian Medical and Dental Associations, parla di vari vaccini che stanno cercando di ottenere l’approvazione da parte dei professionisti medici e sottolinea che i vaccini Pfizer/BioNTech e Modernasono vaccini mRNA che usano cellule fetali derivate dall’aborto nella fase di test sugli animali, ma “è lodevole che non sembri che i metodi di produzione abbiano utilizzato queste cellule”.
Un altro metodo per arrivare a un vaccino è l’uso di adenovirus, un gruppo di virus respiratori comuni. Compagnie come AstraZeneca e Johnson & Johnson usano linee di cellule fetali derivate dall’aborto per produrre questi vaccini.
“Anche molti altri candidati al vaccino che vengono sviluppati attualmente utilizzano linee di cellule derivate da bambini abortiti per la loro produzione”, sostiene la dichiarazione.
La storia medica recente mostra che la produzione etica di vaccini è possibile, sostengono le associazioni mediche, ricordando che “negli ultimi decenni, più di 50 vaccini virali sono stati approvati usando un virus attenuato o disattivato. Molti di questi vaccini non hanno utilizzato linee di cellule fetali derivate dall’aborto per la loro produzione”. “Il virus viene fatto crescere in laboratorio e immagazzinato, poi indebolito o disattivato per servire come vaccino sicuro”.
Alcuni istituti scientifici, come il John Paul II Medical Research Institute di Coralville (Iowa, Stati Uniti), hanno trovato modi etici per produrre vaccini senza ricorrere all’uso di cellule di embrioni o feti umani abortiti. L’Istituto usa ad esempio cellule staminali del cordone ombelicale e adulte.
“Questi e altri approcci etici danno incoraggiamento per il futuro sul fatto che nessun vaccino violerà la dignità della vita umana nella sua produzione”, si legge nella dichiarazione.
“Quando tutti i vaccini approvati saranno pienamente etici, dallo sviluppo alla produzione, le nostre organizzazioni guidate da medici e gli Americani che la pensano allo stesso modo non ne metteranno più in discussione l’utilizzo”.
Appello alla trasparenza
La dichiarazione ricorda che “i professionisti sanitari e i sistemi ospedalieri dovrebbero rendere nota al pubblico la fonte dei loro vaccini, con informazioni specifiche su quelli prodotti in modo etico. Offrire questa trasparenza a chi conta su di loro è la base di una buona assistenza medica”. “Chiunque partecipi a questo processo merita di conoscere la fonte del vaccino usato per permettergli di seguire la propria coscienza morale”.
“La maggior parte dei vaccini ha alternative etiche, e con le aspettative del pubblico circa opzioni etiche la produzione di vaccini non etici declinerà e verranno sostituiti da vaccini moralmente accettabili”.
“Il rispetto per la vita è fondamentale”, ricorda la dichiarazione, “e lo sfruttamento di bambini non nati per la produzione di vaccini è una violazione dei diritti umani di base. L’attuale pandemia è un’opportunità per tutti coloro che sono coinvolti nell’offrire assistenza medica ad aumentare le proprie aspettative e chiedere informazioni chiare che confermino un’assistenza e la prevenzione delle malattie moralmente corretta”.