Vincenzo Defilippis, Presidente della FEAMC
(A.F.O.R.P, VIVILASANITA´. Dicembre 2021)
Essere medici cattolici oggi significa promuovere e difendere la vita umana sempre e ovunque, dal concepimento alla morte, combattere qualsiasi offesa alla dignità umana, assicurare cure ai malati e vicinanza ai poveri, testimoniare la fedeltà al Vangelo ogni giorno, con determinazione e a qualsiasi prezzo. È questa l’essenza del ruolo della Federazione Europea delle Associazioni Mediche Cattoliche (FEAMC).
Papa Francesco ha definito la missione del medico come una “forma peculiare di solidarietà umana” al servizio della “centralità del malato come persona” e della “sua dignità con i suoi inalienabili diritti, in primis il diritto alla vita”. “Va contrastata la tendenza a svilire l’uomo malato a macchina da riparare, senza rispetto per principi morali, e a sfruttare i più deboli, scartando quanto non corrisponde all’ideologia dell’efficienza e del profitto. La difesa della dimensione personale del malato è essenziale per l’umanizzazione della medicina, nel senso anche della ecologia umana“.
I medici, e in particolar modo quanti credono nel Vangelo, sono chiamati, infatti, ad un supplemento di umanizzazione in un questo tempo di efficientismo, aziendalismo e relativismo etico: infatti, anche il campo della medicina e della sanità non è stato risparmiato dall’avanzata del paradigma culturale tecnocratico, dall’adorazione del potere umano senza limiti e da un relativismo pratico, in cui tutto diventa irrilevante se non serve ai propri interessi.
Non c’è dubbio che, ai nostri giorni, a motivo dei progressi scientifici e tecnici, sono notevolmente aumentate le possibilità di guarigione fisica; e tuttavia, per alcuni aspetti sembra diminuire la capacità di “prendersi cura” della persona, soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa. In effetti, le conquiste della scienza e della medicina possono contribuire al miglioramento della vita umana nella misura in cui non si allontanano dalla radice etica di tali discipline. Per questa ragione, afferma il Papa, “voi medici cattolici vi impegnate a vivere la vostra professione come una missione umana e spirituale, come un vero e proprio apostolato laicale”.
In ciò la motivazione a impegnarci nei rispettivi Paesi e in Europa, intervenendo in ambienti specialistici, ma anche nelle discussioni che riguardano le legislazioni su temi etici sensibili, come ad esempio l’accesso alle cure per tutti, la presa in carico dei soggetti fragili di ogni età, la tutela della vita nascente, il fine-vita e la medicina genetica. “Non manchi – ha raccomandato il Papa – la vostra sollecitudine anche a difesa della libertà di coscienza, dei medici e di tutti gli operatori sanitari. Non è accettabile che il vostro ruolo venga ridotto a quello di semplice esecutore della volontà del malato o delle esigenze del sistema sanitario in cui lavorate“.
In questa ermeneutica le 21 associazioni nazionali dei medici cattolici (tra cui l’italiana AMCI), presenti nella FEAMC, sono attive in Europa, riunendo medici e anche operatori sanitari in genere, formando e testimoniando un’adesione convinta e attuale ai principi evangelici di condivisione, compassione, prossimità, competenza professionale e scientifica.
Penso agli ambulatori medici per i poveri e i migranti presenti ovunque nelle nostre Diocesi e in ogni Nazione europea, agli eventi formativi sulle nuove questioni e sfide etiche (come il metaverso, la intelligenza artificiale, il doctor google, il trans-umanesimo, le nuove dipendenze, ecc), alle concrete testimonianze di prossimità alla sofferenza e di accompagnamento, ma anche ai momenti di vita spirituale.
Scorrendo i titoli degli ultimi eventi europei della FEAMC si coglie bene come l’impegno sia concreto e incisivo: “Medici, Chiesa ed Europa oggi” (Congresso di Porto 28 settembre – 1 ottobre 2016) ; “25 anni di testimonianza dei medici cattolici in Croazia” con riflessioni sull’obiezione di coscienza (Zagabria, Parlamento, 16 ottobre 2016); “Bioetica e biodiritti in Europa” (Roma, 26-27 luglio 2017); “La santità della vita e la professione medica dall’Humanae vitae alla Laudato si” (Zagabria, 31 maggio – 3 giugno 2018); “Ecumenismo e dialogo interreligioso” (Lviv, 18 – 21 ottobre 2018); “La formazione universitaria e le questioni etiche in medicina” (Lubiana, 14 – 16 marzo 2019); “Migrazioni e povertà in Europa oggi” (Parigi, 7 – 10 ottobre 2019); “The Belgian Medical Association St. Luke appeals the Belgian parliament to bring issues in bioethics in a public discussion” (19 novembre 2019, Bruxelles); Fondazione Associazione medica cattolica d’Albania (29 gennaio 2020, Tirana); “In the time of the coronavirus” (17 Marzo 2020, online Bureau); “L’Enciclica Fratelli tutti” (19 dicembre 2020, online Bureau); “The homeless first” (10 febbraio 2021, online Bureau); “Being Catholic Healthcare Professionals in the Time of Pandemic” (Incontro con Mons. Vincenzo Paglia, 26 marzo 2021, online Bureau); “The doctor must, first of all, treat and tell the truth” (Roma, 24 – 25 settembre 2021).
Intensi sono, poi, anche i rapporti con le istituzioni nazionali ed europee sia civili che ecclesiali sulle questioni bioetiche più rilevanti, a supporto di elaborazione di proposte normative o di documenti e pronunciamenti.
Il lavoro da svolgere è tanto e difficile per ostacoli non indifferenti: in Europa i sistemi sanitari nazionali sono molto diversi, la formazione universitaria non è omogenea, le normative incidenti sulle questioni etiche più rilevanti sono molto difformi, gli Organismi Comunitari hanno visioni fortemente economicistiche ed individualistiche, la presenza dei cattolici e dei cristiani è articolata e con visioni esperienziali e storiche talora lontane. Ma il camino comune sta procedendo con buoni risultati: si sono ricostituite o sono sorte nuove associazioni nazionali, il Magistero di Papa Francesco trova ascolto e nuovo entusiasmo, le istituzioni ecclesiali sono molto più vicine (Pontificia Accademia per la Vita, Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa, COMECE, Dicasteri vaticani), l’attuale presidenza del Parlamento europeo è molto più aperta al dialogo e all’ascolto. Non resta, quindi, a noi medici cattolici che perseverare nel nostro impegno, avendo coscienza che “se il giuramento di Ippocrate ci impegna ad essere sempre servitori della vita, il Vangelo ci spinge oltre: ad amarla sempre e comunque, soprattutto quando necessita di particolari attenzioni e cure” (Papa Francesco).
Lourdes, 11 febbraio 2017 con il Presidente della FIAMC John Lee e i Presidenti delle Associazioni Mediche cattoliche di Francia, Belgio e Spagna
Incontro a Lviv con il Patriarca greco cattolico S.E. Mons. Mieczysław Mokrzycki , 21 ottobre 2018
Intervento presso la Presidenza del Parlamento croato il 16 ottobre 2016