ASSOCIAZIONE
MEDICI CATTOLICI
italiani
La Presidenza Nazionale AMCI
Roma, 19.3.2013
Caro amico e collega,
desidero condividere con te il mio stato d’animo di sorpresa e di gioia all’annuncio dell’elezione di Francesco, nuovo Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale.
Sono stato colpito dal tratto umano, fraterno e paterno,dalla sua semplicità e fermezza che ha fatto breccia nel cuore di tutti, entusiasmando e ravvivando la fede in coloro che gremivano piazza San Pietro o che seguivano l’evento sulle varie televisioni.
Il richiamo all’integrale purezza del Vangelo, il porre Cristo al centro della nostra vita, la rinuncia alla fastosità, il volere una Chiesa povera e per i poveri, l’esortare i giornalisti a ricercare la verità, la bontà, la bellezza, prerogative di Dio, l’invitare i penitenzieri di Santa Maria Maggiore ad avere misericordia, il suo conformarsi al Buon Pastore, che pasce le sue pecore e da esse è riconosciuto, disposto a dare la vita per loro, sono parole, segni e gesti di notevole responsabilità, tenerezza ed amore verso il popolo di Dio affidatogli.
Ma è nell’omelia della celebrazione per l’inizio del pontificato che il papa va al centro del suo messaggio. E’ la festa liturgica di San Giuseppe, definito custode di Gesù e della Santa famiglia. Tutti i cristiani devono vivere questo ruolo, sanando così la ferita di Caino che aveva proclamato : “sono forse io il custode di mio fratello?”
E se il concetto di custode vale per tutti i credenti, assume una valenza particolare per noi medici cattolici, il cui compito è quello di custodire la salute, e prendersi cura del malato, del fratello sofferente, immagine di Dio. Papa Francesco non si limita ad enunciare i principi, ma li rende visibili e concreti; alla vista di un grave disabile in lettiga al di là delle transenne, infrangendo il protocollo, scende dalla sua automobile, si china, lo bacia, accarezzandolo, infondendogli coraggio e speranza.
Il concetto di custodia vale per tutti i governanti e vale nei confronti di tutto il creato, secondo i canoni della sensibilità francescana e vetero-testamentaria.
Preziosissimo e quanto mai attuale è questo appello ora che il creato è gravemente danneggiato dall’uomo, così come lo sono i rapporti fra i popoli logorati dall’egoismo e dall’odio!
Il papa afferma che il vero potere è servizio, in cui si esplica la “regalità” dell’essere cristiano, ma lo carica di una valenza particolare, introducendo il concetto di tenerezza, cioè ” l’accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli”, senza alcun timore o pudore.
Nel primo messaggio rivolto ai cardinali, il papa pronuncia tre verbi, camminare, edificare, confessare che valgono anche per la nostra missione. Camminare nel migliorare la nostra professionalità, impegnandoci nella ricerca, edificare la sanità in modo che sia più efficace, confessare cioè testimoniare in modo coerente ed autentico con la nostra vita.
Con l’augurio di vivere in pienezza la perenne primavera della Chiesa, ti abbraccio
Prof. Filippo Boscia Presidente Nazionale AMCI