Cannabis, Medici Cattolici: etica è centrale, no a larvata liberalizzazione
“I danni alla salute derivanti dall’uso di droghe sono ormai acclarati da numerose ricerche dell’Oms, i cui risultati sono allarmanti, eticamente vincolanti ed orientano a non imboccare la strada del permissivismo. Fatti salvi gli aspetti terapeutici nel campo della terapia del dolore, l’uso di droghe di qualsiasi tipo, leggere o pesanti, non deve mai essere proposto senza responsabile motivazione. Bisogna escludere ogni larvata liberalizzazione perché tali azioni incentivano il passaggio dal ruolo di consumatore occasionale a quello di consumatore abituale, che poi evolve spesso nel ruolo di spacciatore”.
Ad affermarlo, in una nota, è il prof. Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, il quale aggiunge:
“Il potere politico è chiamato a grande responsabilità e non deve mai sottovalutare la necessità di porre in essere provvedimenti e azioni che non ostacolino il lavoro delle agenzie educative e che non favoriscano la dipendenza”.
“L’Amci desidera stimolare il mondo politico ad avere maggiore attenzione alla dignità della persona e a promuovere ogni possibile iter di sostegno e di controllo sulla dimensione etica che avvolge tutto il disagio della droga – sottolinea il prof. Boscia -. Il problema etico è da considerarsi centrale perché ogni assunzione non terapeutica della sostanza è gravemente lesiva, illecita, in ragione delle conseguenze che si determinano sulla persona prima, sulla società poi, nella sfera della salute e della vita dei soggetti coinvolti negli usi e negli abusi. Anche chi assume occasionalmente, sia solo per curiosità, una droga leggera, pur compiendo una semplice azione personale di libertà, si ricordi che contribuisce all’illecito profitto di chi commercializza queste sostanze”, conclude la nota.
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