Congresso alla Gregoriana. Con il discorso di benvenuto di padre Hans Zollner, presidente del Centre for Child Protection, si è aperto oggi 3 ottobre a Roma, alla Pontificia Università Gregoriana, il congresso «Child Dignity in the Digital World» (La dignità del minore nel mondo digitale). Fino al 5 ottobre, esperti, accademici, dirigenti, leader civili, politici e rappresentanti religiosi provenienti da tutto il mondo approfondiranno il tema della protezione dei minori in rete, spesso vittime di cyberbullismo e molestie sessuali di vario genere. Il 6 ottobre i partecipanti saranno ricevuti da Papa Francesco, al quale presenteranno la dichiarazione finale del congresso. Pubblichiamo stralci degli interventi di apertura del cardinale segretario di Stato e della baronessa fondatrice di WeProtect, che nel Regno Unito si batte contro lo sfruttamento sessuale dei bambini.
La Santa Sede e il suo impegno a combattere gli abusi sessuali nel mondo digitale
di PIETRO PAROLIN
Signor Presidente del Senato,
Eminenze, Eccellenze,
Padre Generale, Signori Ambasciatori, Magnifico Rettore, Autorità accademiche,
Professori, Cari Amici,
Ringrazio di essere stato invitato a intervenire in occasione dell’apertura di questo importante Congresso e di poter così portare il saluto ed esprimere l’apprezzamento del Santo Padre e della Santa Sede per questa iniziativa, ospitata e promossa – insieme ad altre benemerite istanze – da una prestigiosa università pontificia. Saluto tutte le personalità e le istituzioni che aderiscono e partecipano all’iniziativa e mi unisco alla gratitudine per quelle che hanno contribuito concretamente ad affrontare gli impegni organizzativi ed economici che essa comporta.
Il mio apprezzamento è anzitutto per la scelta dell’argomento da affrontare: la dignità del minore nel mondo digitale.
La maggioranza di voi, che lavora da lungo tempo in questo campo, è ben consapevole che gli abusi sessuali nei confronti di minori costituiscono un fenomeno immensamente vasto e diffuso. In questi ultimi decenni, tale drammatica realtà è venuta prepotentemente alla ribalta nella Chiesa Cattolica e sono emersi fatti molto gravi. Si è andati progressivamente prendendo coscienza dei danni subiti dalle vittime, della loro sofferenza e della necessità di ascoltarle per poi operare in molte direzioni diverse, con una vasta gamma di interventi che vanno messi in atto per sanare le ferite, ristabilire la giustizia, prevenire i delitti, formare gli educatori e le persone che trattano con i minori, nella prospettiva di diffondere e consolidare una nuova cultura della protezione dei minori – un vero safeguarding – che garantisca efficacemente la loro crescita in ambienti sani e sicuri. E’ questo un impegno che richiede profonda attenzione umana, competenza e costanza, ma l’esperienza ci dice che là dove tale impegno è coerente e continuo, i frutti che ne risultano sono positivi e incoraggianti. Lo sforzo che la Chiesa ha intrapreso in questo senso, anche quando la società in generale non ha ancora sviluppato la dovuta sensibilità, deve continuare, allargarsi e approfondirsi, con chiarezza e fermezza, perché la dignità e i diritti dei minori siano protetti e difesi con molta più attenzione ed efficacia di quanto non si sia fatto nel passato. In questa sede vogliamo che l’esperienza da noi acquisita possa essere condivisa e possa tornare utile per un bene sempre più vasto grazie alla collaborazione con tutti voi.
Il mondo in cui oggi nascono e crescono le persone umane è caratterizzato in modo sempre più profondo e pervasivo dallo sviluppo e dall’onnipresenza delle nuove tecnologie di comunicazione e dei loro strumenti di uso, dei loro “terminali” e “handhelds” che sono entrati a far parte della realtà e della vita quotidiana di un numero sempre più largo di persone, di età sempre più giovane, cosicché giustamente oggi parliamo delle nuove generazioni come “nativi digitali”. E questa situazione si diffonde ormai in ogni parte del mondo, raggiungendo anche le aree dove lo sviluppo economico e sociale è ancora insufficiente e squilibrato. Il fenomeno è ormai globale e perciò parliamo di “mondo digitale”.
Ora, ci rendiamo conto con sempre maggiore evidenza che la piaga delle offese alla dignità dei minori, come molti altri problemi drammatici del mondo odierno, transita e alligna continuamente nelle nuove dimensioni del mondo digitale, si aggira e si installa nei suoi meandri e nei suoi strati nascosti e profondi. Il mondo digitale non è un’area separata del mondo: è una dimensione del nostro unico mondo reale e i minori che crescono in esso sono esposti a nuovi rischi, oppure a rischi antichi ma che si esprimono in modi nuovi, e la cultura della protezione dei minori che noi vogliamo diffondere deve essere all’altezza dei problemi di oggi.
Guardando appunto al mondo di oggi, il Papa Francesco richiama continuamente la nostra attenzione sul fatto che in esso le forme di abuso e di violenza sui minori si moltiplicano e si intrecciano fra loro: il traffico dei minori e in generale delle persone umane, il fenomeno dei bambini soldato, l’assenza dell’educazione più elementare, il fatto che i piccoli sono le prime vittime della fame, della povertà estrema… “Abbiamo bisogno di coraggio per accettare questa realtà, per alzarci e prenderla tra le mani (cfr Mt. 2,20) – scriveva Papa Francesco nel giorno dedicato dalla Chiesa alla memoria dei Santi Bambini Innocenti –. Il coraggio di proteggerla dai nuovi Erode dei nostri giorni, che fagocitano l’innocenza dei nostri bambini. Un’innocenza spezzata sotto il peso del lavoro clandestino e schiavo, sotto il peso della prostituzione e dello sfruttamento. Innocenza distrutta dalle guerre e dall’emigrazione forzata con la perdita di tutto ciò che questo comporta. Migliaia di nostri bambini sono caduti nelle mani di banditi, di mafie, di mercanti di morte che l’unica cosa che fanno è fagocitare e sfruttare i loro bisogni” (Lettera ai Vescovi, 28.12.2016). In tutte queste situazioni anche la realtà orribile dell’abuso sessuale è praticamente sempre presente, come aspetto comune e conseguenza di una violenza multiforme e diffusa, dimentica di ogni rispetto non solo del corpo, ma ancor più dell’anima, della sensibilità profonda e della dignità di ogni bambino, di ogni giovane a qualunque popolo appartenga.
Ci rendiamo dunque conto delle sfide, ma anche che, se abbiamo imparato tanto rispetto a questo fenomeno, rimane importante capirlo sempre meglio, e soprattutto continuare a rendere accessibili a tutti coloro che promuovono la tutela dei diritti dei minori le nostre conoscenze del fenomeno. Solo così possiamo combattere efficacemente la battaglia per la protezione dei minori nel nostro mondo digitalizzato. I fenomeni che osserviamo arrivano a livelli di gravità sconvolgente, la loro dimensione e la velocità della loro diffusione superano la nostra stessa immaginazione.
E qui viene la seconda ragione del mio apprezzamento, che riguarda il metodo con cui questo Congresso vuole procedere: chiamare a raccolta i rappresentanti dei vari campi della ricerca scientifica e dell’impegno operativo attinenti alla protezione dei minori, i rappresentanti delle imprese protagoniste degli sviluppi tecnologici e comunicativi caratteristici del mondo digitale, i responsabili del bene comune della società umana, legislatori, politici, forze dell’ordine chiamate a contrastare crimini e abusi, leaders religiosi e delle organizzazioni della società civile impegnate a favore dei minori.
Come diversi altri oratori, anch’io voglio insistere sulla caratteristica di questa assemblea, che la rende nuova e forse unica, cioè realizzare il dialogo fra i molti competenti e le persone benemerite che hanno fatto propria la causa della difesa della dignità dei minori nel mondo digitale, per convogliarne le forze verso un impegno comune, che superi il senso di disorientamento e di impotenza che ci prende di fronte alla notevole difficoltà della sfida e ci permetta di intervenire con creatività. Avendo identificato questo campo strategico fondamentale, dobbiamo sforzarci di riprendere il controllo dello sviluppo del mondo digitale, perché sia al servizio della dignità dei minori e quindi dell’intera umanità di domani. Perché i minori di oggi sono l’intera umanità di domani. Alla ricerca e alla comprensione dei problemi dovrà dunque seguire l’impegno e l’azione lungimirante e coraggiosa da parte di tutti noi qui presenti, e l’appello al coinvolgimento di ogni persona responsabile, nei vari paesi e nelle varie componenti della società.
Mi siano permesse ancora alcune riflessioni che propongo alla vostra considerazione.
Lo sviluppo demografico dell’umanità è particolarmente rapido in molti paesi in cui il progresso economico e sociale è ancora molto limitato o squilibrato. Centinaia di milioni di bambini e giovani stanno crescendo in un mondo digitale in un contesto tuttora sottosviluppato ed i loro genitori ed educatori non saranno perlopiù culturalmente attrezzati per accompagnarli e aiutarli a crescere in questo mondo, mentre i loro governanti spesso non sapranno da che parte cominciare per proteggerli.
Anche di questi bambini noi siamo responsabili, e le imprese che promuovono e spingono lo sviluppo del mondo digitale ne sono anch’esse responsabili. Nel suo orizzonte internazionale, globale e interdisciplinare, questo congresso deve farsi carico anche dei minori di quelle “periferie” del mondo di cui parla continuamente il Papa Francesco. Periferie che sono nelle aree geografiche di maggiore povertà economica, ma che si trovano anche all’interno delle società ricche, dove c’è molta povertà umana e spirituale, solitudine e perdita del senso della vita. Non a caso spesso sono proprio i minori di tutte queste periferie ad essere oggetto preferenziale delle reti di sfruttamento e di violenza organizzata online su scala globale.
Nella società e nella Chiesa si è sempre giustamente insistito sulla responsabilità primaria della famiglia e della scuola nel garantire ai minori quella sana educazione che è parte essenziale della protezione e della promozione della dignità dei minori. Ciò continua a valere e bisogna fare ogni sforzo perché genitori ed educatori siano sempre più in grado di svolgere il loro compito anche di fronte ai rischi e alle sfide del mondo digitale. Ma non c’è dubbio che nel contesto odierno la loro capacità di incidere sulla formazione delle nuove generazioni è proporzionalmente assai minore che in passato e sovente viene vanificata e sorpassata dall’onda continua dei messaggi e delle immagini che giungono fino ai più piccoli attraverso le innumerevoli vie aperte dai nuovi media. Anche per questo la responsabilità verso le nuove generazioni dev’essere ampiamente condivisa da tutte le componenti sociali che voi rappresentate.
Infine, noi ci troviamo qui ospitati da un’istituzione che fa capo alla Chiesa Cattolica e quindi particolarmente attenta alle dimensioni morali e religiose della vita e dello sviluppo delle persone umane. Auguro che il vostro lavoro possa integrare nello sforzo comune di riflessione e di impegno anche queste prospettive e ne possa trarre giovamento, ispirazione, motivazione.
Del resto, tutti ci troviamo certamente d’accordo su quanto è affermato nel secondo principio della Dichiarazione universale dei diritti del fanciullo, cioè che egli deve trovare i mezzi “per svilupparsi in maniera sana e normale sul piano fisico, intellettuale, morale, spirituale e sociale, e in condizioni di libertà e dignità”. E, come affermava Giovanni Paolo II già nel 1990, in occasione del Vertice mondiale per i bambini, costatiamo “la necessità di fare molto di più per salvaguardare il benessere dei bambini del mondo, per proclamare i diritti del bambino e per proteggere quei diritti attraverso azioni culturali e legislative permeate dal rispetto per la vita umana come valore in sé, indipendentemente dal sesso, dall’origine etnica, dallo stato sociale o culturale o dalla convinzione politica o religiosa” (Lettera a J.Pérez de Cuellar, 22.9.1990. La Santa Sede ha aderito alla Convenzione sui diritti del fanciullo dal 1990).
I minori di cui noi parliamo e la cui dignità vogliamo difendere e promuovere sono persone umane, il cui valore è unico e irripetibile. Ognuno di loro va preso sul serio e protetto in questo mondo sempre più digitalizzato, perché possa raggiungere lo scopo della sua vita, del suo destino, del suo venire al mondo. Il destino e la vita di ognuno di loro è importantissimo, prezioso, davanti agli uomini e davanti a Dio. Secondo le Scritture ogni essere umano è creato “a immagine e somiglianza” di Dio. Secondo il Nuovo Testamento il Figlio di Dio è venuto fra noi come bambino vulnerabile e in condizioni disagiate, assumendo anche la fragilità e l’attesa di futuro proprie del bambino. Disprezzare l’infanzia e abusare dei bambini è dunque per i cristiani non solo un crimine, ma anche – come ha affermato Papa Francesco – un sacrilegio, cioè una profanazione di ciò che è sacro, la presenza di Dio in ogni essere umano.
Le dinamiche che guidano lo sviluppo tecnico ed economico del mondo sembrano inarrestabili, e come sappiamo sono perlopiù guidate e spinte da interessi economici e anche politici potentissimi, da cui però non dobbiamo lasciarci dominare. La forza del desiderio sessuale che alberga nel profondo della mente e del cuore umano è meravigliosa e grande, spinge in avanti il cammino dell’umanità, ma può anche venire corrotta e pervertita, così da diventare fonte di sofferenze e di abusi indicibili: va quindi valorizzata e orientata. Il senso della responsabilità morale davanti agli uomini e davanti a Dio, la riflessione sul retto uso della libertà nella costruzione e nell’orientamento del mondo nuovo e nell’imparare a vivere in esso sono quindi assolutamente necessari e fondamentali per il futuro comune.
Siete qui convocati per trattare una delle questioni oggi più importanti e urgenti del cammino dell’umanità. Auguro quindi che il senso vivo della bellezza e del mistero delle persone umane, della grandezza della loro vocazione alla vita, e quindi del dovere di proteggerle nella loro dignità e nella loro crescita ispirino i vostri lavori e portino frutti concreti ed operativi.
Traduzione in lingua inglese
The Holy See and Its Commitment to Combatting Sex Abuse Online
Dear President of the Senate,
Your Eminences, Excellencies,
Dear Father General, Ambassadors, Father Rector, Academic Authorities and Professors,
Dear Friends,
I thank you for inviting me to speak at the opening of this important Congress, thus allowing me to convey the greetings and appreciation of His Holiness Pope Francis and of the Holy See for this initiative. It is an event that is hosted and organized, along with other laudable events, by a prestigious Pontifical University. I greet the distinguished persons and institutions who are participating in this initiative, and I express my gratitude to all those who have contributed concretely to the organization and planning of this Congress.
Above all, I wish to express my appreciation for having chosen the topic that will be discussed: the dignity of the child in the digital world.
The majority of you, who have worked for a long time in this field, are well aware that the sexual abuse of minors constitutes a vast and widespread phenomenon. Over the past few decades, this tragic reality has come powerfully to the fore in the Catholic Church and extremely grave facts have emerged. The Church has become increasingly aware of the harm experienced by the victims, of their suffering and of the need to listen to them, in order to work on various fronts; these include: a wide range of interventions which must be carried out in order to heal wounds, restore justice, prevent crimes and form educators and persons who deal with minors, with a view to spreading and consolidating a new culture of child protection – a real safeguarding – that effectively guarantees they can grow up in a healthy and safe environment. This is a task requiring deep human care, competence and tenacity; experience tells us that where this commitment is consistent and continuous, the fruits that will come of it are positive and encouraging. The Church’s effort in this sense, even when society in general has not yet developed the necessary awareness, must continue, must be expanded and deepened, with clarity and firmness, so that the dignity and rights of minors may be protected and defended with much greater attentiveness and effectiveness than was done in the past. In this venue, we want to share the experience we have acquired, so that it may prove useful for an ever greater good, thanks to collaboration with all of you.
The world into which human persons are today born and raised is characterized, ever more deeply and pervasively, by the development and ubiquity of new communications technologies and new instruments for their use. Handheld phones and tablets and other devices have come to be part of the daily life of an ever greater number of people; these users are ever younger, so much so that we can speak of the young generations as “digital natives.” This has spread to every part of the world, reaching even areas where economic and social development are as yet inadequate and uneven. The phenomenon is now global and so we speak of a “digital world.”
We now realize that, supported by ever greater evidence, the scourge of offenses against the dignity of minors, as with so many other dramatic problems in today’s world, spreads through and aligns itself within the new parameters of the digital world. This plague meanders and infiltrates along a labyrinth of paths and through deep, hidden layers of reality. The digital world is not, in fact, a separate part of the world: it is an integral part of the unique reality of the world. Minors who grow up in it are exposed to new risks, or rather, to old risks manifested in new ways; and the culture of the protection of minors that we want to spread must be sufficiently able to address today’s problems.
Looking at our contemporary world, Pope Francis continually reminds us that the forms of abuse and violence against minors proliferate in an interwoven manner: the traffic of minors and of human persons generally, the phenomenon of child soldiers, the absence of even the most elementary education, the fact that small children are the first victims of hunger and extreme poverty. On the day dedicated by the Church to the memory of the Holy Innocents, Pope Francis wrote: “We need the courage to respond to this reality, to arise and take it firmly in hand (cf. Mt 2:20)… [We need] the courage to guard this joy from the new Herods of our time, who devour the innocence of our children. An innocence stolen from them by the oppression of illegal slave labour, prostitution and exploitation. An innocence shattered by wars and forced migration, with the great loss that this entails.
Thousands of our children have fallen into the hands of gangs, criminal organizations and merchants of death, who only devour and exploit their neediness” (Letter to Bishops, 28 December 2016). In all these situations, the horrendous reality of sexual abuse is nearly always present, as a common aspect and consequence of multifaceted and widespread violence that ignores all respect, not only for the body, but more so for the soul, for the profound vulnerability and dignity of every child, of every young boy and girl of whatever nation.
And so we recognize the challenges, but realize too that even though we have learned a great deal with respect to this phenomenon, it remains important to understand it ever better, and, more than anything, to continue to make our understanding of the phenomenon accessible to all those who promote the protection of the rights of minors. Only in this way can we effectively fight the battle to protect minors in our digitalized world. The phenomena we observe reach levels of shocking gravity; their dimensions and the speed with which they spread surpass our imagination.
Here then is the second reason for my appreciation of the method employed by this Congress: calling together representatives from the various fields of scientific research as well as those who are actively committed to the protection of minors; representatives of leading companies in technological development and communications characteristic of the digital world; those responsible for the common good of human society; legislators, politicians, and law enforcement agencies called upon to combat crimes and abuses; religious leaders and leaders of civil society organizations committed to working for minors.
Like some of the other speakers, I too want to insist on a distinguishing characteristic of this assembly, one that makes it new and even unique, namely: establishing a dialogue between the many competent and meritorious people who have made their own the cause of defending the dignity of minors in the digital world. They are doing this by channelling their energies towards a shared commitment in order to overcome the sense of disorientation and powerlessness when faced with such a markedly difficult challenge, and to help us to intervene creatively. Once this basic strategic territory has been identified, we must work to regain control of the development of the digital world, so that it may be at the service of the dignity of minors, and thus of the whole human race of tomorrow. For the minors of today are the entirety of tomorrow’s human race.
Following the research and understanding of these problems there must come a commitment and a far-seeing, courageous endeavour on the part of all of us here present; there must also be an appeal for the cooperation of every person in a position of responsibility, in the various countries and sectors of society.
Perhaps I may be permitted to offer some further reflections, which I propose for your consideration.
The demographic development of humanity is particularly rapid in many countries where economic and social progress is still lacking or uneven. Hundreds of millions of children and young people are growing up in a digital world within a context that is still largely undeveloped. Their parents and teachers may not, perhaps, be culturally equipped to accompany them and help them to grow up in this world, whereas their political leaders will often not know where to begin in order to protect them.
We have a responsibility to these children too, as do the companies that promote and drive the development of the digital world. With its international, global and interdisciplinary perspective, this Congress must take responsibility for those minors at the world’s “peripheries”, of which Pope Francis continually speaks: peripheries that are in geographic areas of greater economic poverty, but that are also found within wealthy societies where there is considerable human and spiritual poverty, loneliness and a loss of the meaning of life. It is not by chance that it is minors in all these peripheries who are the preferred target of networks of exploitation and of organized online violence on a global scale.
Both in society and in the Church, there has always been insistence on the primary responsibility of the family and of the school in guaranteeing minors a sound education so essential to the protection and promotion of their dignity. This still very much applies today and every effort must be made so that parents and educators may be increasingly able to undertake their duties, even in the face of risks and challenges from the digital world. There is, however, no doubt that in the modern context their ability to influence the formation of young generations is proportionately far less than in the past, and is often frustrated and overtaken by the continual wave of messages and images that come to even the smallest children through countless open avenues provided by the new media. For this reason too, responsibility towards young generations must be shared fully by all the sectors of society that you represent.
Finally, we find ourselves hosted here by an institution which depends on the Catholic Church and which is thus particularly attentive to the moral and religious dimensions of the life and development of the human person. I hope that your work may be able also to integrate these perspectives into the shared work of reflection and commitment, and that from them you may draw vigour, inspiration and motivation.
For the rest, all of us surely agree on what is affirmed in the second principle of the Universal Declaration of the Rights of the Child, namely, that every child should have the means “to develop physically, mentally, morally, spiritually and socially in a healthy and normal manner and in conditions of freedom and dignity”. Moreover, as John Paul II affirmed in 1990, on the occasion of the World Summit for Children, we stress “the need to do much more to safeguard the well-being of the world’s children, to enunciate the rights of the child and to protect those rights through cultural and legislative actions imbued with respect for human life as a value in itself, independently of sex, ethnic origin, social or cultural status, or political or religious conviction” (Letter to J. Pérez de Cuellar, 22 September 1990. The Holy See adhered to the Convention on the Rights of the Child in 1990).
The minors of whom we speak and whose dignity we wish to defend and promote are human persons, and the value of each of them is unique and unrepeatable. Each of them must be taken seriously and protected in this ever more digitalized world, so that they may be able to fulfil the purpose of their life, their destiny, their coming into the world. The destiny and the life of each of them is supremely important, precious in the sight of human beings and in the sight of God. According to Scripture, every human being is created “in the image and likeness” of God. According to the New Testament, the Son of God came among us as a vulnerable child, and in needy circumstances, assuming both the fragility and the hope for a future that are intrinsic to an infant. To disparage infancy and to abuse children is for the Christian, therefore, not only a crime, but also – as Pope Francis has stated – sacrilege, a profanation of that which is sacred, of the presence of God in every human being.
The forces that drive the technical and economic development of the world seem unstoppable and, as we know, are perhaps often determined and driven by economic and even very powerful political interests, which we must not allow ourselves to be dominated by. The power of sexual desire that dwells in the depth of the human mind and heart is great and wonderful when it advances the path of humanity; but it can also be corrupted and perverted, to become a source of suffering and unspeakable abuse: and so it must be elevated and directed. The sense of moral responsibility in the sight of humanity and in the sight of God, the reflection on the correct use of freedom in the building and orientation of a new world and in learning how to live in it, are thus absolutely necessary and fundamental for our common future.
You have come together here to address one of today’s most important and urgent issues for the journey of humanity. I hope that the living sense of the beauty and the mystery of human persons, of the greatness of their vocation to life, and thus of the duty to protect them in their dignity and their growth, may inspire your work and bear concrete and effective fruit.
Traduzione in lingua spagnola
La Santa Sede y su compromiso a combatir los abusos sexuales en el mundo digital
The Holy See and Its Commitment to Combatting Sex Abuse Online
Señor Presidente del Senado,
Eminencias, Excelencias,
Padre General, señores Embajadores, Rector Magnífico, autoridades académicas,
profesores y amigos,
Agradezco el haber sido invitado para dirigirme a ustedes con motivo de la apertura de este importante Congreso y poder hacer presente el saludo y el reconocimiento del Santo Padre y de la Santa Sede por esta iniciativa, que acoge y promueve – junto con otras instancias beneméritas – una prestigiosa universidad pontificia. Saludo a todas las personalidades e instituciones que se han adherido y participan en la iniciativa, me uno también en el agradecimiento a todas las personas que han contribuido concretamente para afrontar los compromisos de tipo organizativo y económico que conlleva.
Expreso mi aprecio, ante todo, por la elección del tema que abordamos: la dignidad del menor en el mundo digital.
La mayoría de ustedes, que trabaja desde hace mucho tiempo en este campo, sabe bien que el abuso sexual de menores constituye un fenómeno inmensamente vasto y extendido. En los últimos decenios, esta realidad dramática ha pasado con fuerza a un primer plano en la Iglesia católica y han salido a la luz hechos muy graves. Progresivamente, se ha ido tomando consciencia del daño padecido por las víctimas, de su sufrimiento y de la necesidad de escucharlas para luego obrar en muchas direcciones distintas, con una amplia variedad de intervenciones que deben establecerse para curar las heridas, restablecer la justicia, prevenir los delitos, y formar a los educadores y a las personas que tratan con menores, con vistas a difundir y consolidar una nueva cultura de protección de menores – un verdadero safeguarding – que garantice eficazmente su crecimiento en ambientes saludables y seguros. Es un compromiso que requiere profunda atención humana, competencia y constancia, la experiencia nos dice que allá donde existe un esfuerzo coherente y continuo, se dan frutos positivos y alentadores. El esfuerzo que la Iglesia ha realizado en este sentido debe continuar, extenderse y profundizar, con claridad y firmeza, porque la dignidad y los derechos de los menores sean protegidos y defendidos con mucha más atención y eficacia con respecto a lo que se ha hecho en el pasado. En esta sede queremos que la experiencia que hemos adquirido se pueda compartir y pueda resultar útil para hacer un bien siempre mayor gracias a la colaboración con todos ustedes.
El mundo en el que hoy nacen y crecen los seres humanos se caracteriza cada vez más de manera profunda y generalizada, por el desarrollo y omnipresencia de las nuevas tecnologías de la comunicación y de sus herramientas de uso, de sus “terminales” y “portátiles” que han entrado a formar parte de la realidad y la vida cotidiana de un creciente número de personas, cada vez más jóvenes, por lo que precisamente hoy nos referimos a las nuevas generaciones como “nativos digitales”. Y esa situación se extiende ya en todo el mundo, llegando también a las zonas donde el desarrollo económico y social no es todavía suficiente ni equilibrado. Se trata de un fenómeno global y por ello hablamos de “mundo digital”.
Hoy en día, nos percatamos con creciente evidencia de que la plaga de ofensas a la dignidad de los menores, como muchos otros problemas dramáticos del mundo actual, transita y se enraiza en las nuevas dimensiones del mundo digital, ronda y se instala en sus meandros y en sus estratos escondidos y profundos. El mundo digital no es una parte separada del mundo: es una dimensión de nuestro único mundo real, y los menores, que crecen en el mismo, están expuestos a nuevos riesgos, o bien a riesgos antiguos que se expresan de modos nuevos, y la cultura de protección de menores que queremos difundir debe estar a la altura de los problemas de hoy.
Fijándonos precisamente en el mundo de hoy, el Papa Francisco llama continuamente nuestra atención sobre el hecho de que, en el mismo, las formas de abuso y de violencia sobre los menores se multiplican y entrelazan: el tráfico de menores y en general de seres humanos, el fenómeno de los niños soldado, la ausencia de una educación básica, el hecho de que los pequeños sean las primeras víctimas del hambre, de la pobreza extrema… “Necesitamos coraje para asumir esta realidad, para levantarnos y tomarla entre las manos (cf. Mt. 2,20) – escribía el Papa Francisco en el día que la Iglesia dedica a la memoria de los Santos Niños Inocentes –. El coraje de protegerla de los nuevos Herodes de nuestros días, que fagocitan la inocencia de nuestros niños. Una inocencia desgarrada bajo el peso del trabajo clandestino y esclavo, bajo el peso de la prostitución y la explotación. Inocencia destruida por las guerras y la emigración forzada, con la pérdida de todo lo que esto conlleva. Miles de nuestros niños han caído en manos de pandilleros, de mafias, de mercaderes de la muerte que lo único que hacen es fagocitar y explotar su necesidad” (Carta a los obispos, 28 de diciembre de 2016). En todas estas situaciones también la horrible realidad del abuso sexual suele estar presente, como aspecto común y consecuencia de una violencia multiforme y extendida, que olvida cualquier tipo de respeto no sólo por el cuerpo, sino más aún por el alma, por la sensibilidad profunda y la dignidad de cada niño, de cada joven sea cual sea el pueblo al que pertenezca.
Nos damos cuenta, por lo tanto, de los desafíos, pero somos conscientes también que si bien hemos aprendido tanto sobre este fenómeno, aún es importante entenderlo mejor, y sobre todo, continuar hacerlo accesible a todos los que promueven la tutela de los derechos de los menores. Sólo así podremos combatir eficazmente la batalla para proteger a los menores en nuestro mundo digitalizado. Los fenómenos que observamos llegan a unos niveles de gravedad terribles, su dimensión y la velocidad en la que se transmiten superan nuestra propia imaginación.
Y aquí llega la segunda razón de mi aprecio, que se refiere al método con el que se quiere proceder en este Congreso: llamar a un compromiso común a los representantes de varios campos de la investigación científica y del compromiso activo en la protección de menores, a los representantes de las empresas protagonistas del desarrollo tecnológico y comunicativo que caracteriza al mundo digital, a los responsables del bien común de la sociedad humana, legisladores, políticos, fuerzas del orden llamadas a contrarrestar los crímenes y los abusos, líderes religiosos y responsables de organizaciones de la sociedad civil comprometidos en favor de los menores.
Como muchos otros oradores, también yo quiero insistir sobre la característica de esta asamblea que la hace nueva y quizás única, es decir, lograr un diálogo entre las personas competentes y las personas beneméritas que han hecho de la defensa de la dignidad del menor en el mundo digital una causa propia, dirigiendo sus fuerzas hacia un compromiso compartido que supere la sensación de desorientación e impotencia que nos invade frente a la inmensidad y dificultad de este reto, y que nos permita intervenir con creatividad. Habiendo identificado este campo estratégico fundamental, tenemos que esforzarnos por volver a tomar el control del desarrollo del mundo digital, para que se ponga al servicio de la dignidad de los menores y, por lo tanto, de la humanidad entera del mañana, porque los menores de hoy son la humanidad entera del mañana. A la investigación y el conocimiento de los problemas deberá seguir, pues, un compromiso y acción visionarios y valientes por parte de todos nosotros aquí presentes, y un llamado para que cada persona responsable se comprometa, en los varios países y en los varios sectores de la sociedad.
Ruego que me permitan hacer algunas reflexiones que propongo para su consideración.
El desarrollo demográfico de la humanidad es particularmente rápido en muchos países en los que el progreso económico y social es aún bastante insuficiente o desequilibrado. Cientos de millones de niños y jóvenes están creciendo en un mundo digital en un contexto subdesarrollado. Sus padres y sus educadores en su mayoría aún no están preparados culturalmente para acompañarlos y ayudarlos a crecer en este mundo, mientras que muchas veces sus gobernantes no saben por dónde empezar para protegerlos.
Igualmente nosotros somos responsables de estos niños, así como lo son las empresas que promueven e impulsan el desarrollo del mundo digital. Con su horizonte internacional, global e interdisciplinar, este Congreso debe ocuparse también de los menores de aquellas “periferias” del mundo de las que habla continuamente el Papa Francisco. Periferias que están en las áreas geográficas de mayor pobreza económica, pero que asimismo se encuentran dentro de las sociedades ricas, donde hay mucha pobreza humana y espiritual, soledad y pérdida del sentido de la vida. No es casualidad que con frecuencia sean precisamente los menores de estas periferias el objeto de preferencia de redes de explotación y de violencia organizada en línea a escala mundial.
En la sociedad y en la Iglesia se ha insistido siempre justamente sobre la responsabilidad primaria de la familia y de la escuela a la hora de garantizar a los menores una educación saludable, lo cual es parte esencial de la protección y de la promoción de la dignidad del menor. Esto sigue estando en principio vigente y es necesario realizar todos los esfuerzos posibles para que los padres y los educadores estén cada vez mejor preparados para desempeñar su tarea, también frente a los riesgos y desafíos del mundo digital. Pero no hay duda de que en el contexto actual su capacidad de incidir sobre la formación de las nuevas generaciones está en proporción mucho menor que en el pasado y frecuentemente es anulada y sobrepasada por la continua onda de mensajes e imágenes que llegan hasta los más pequeños a través de las innumerables vías que abren los nuevos medios. También por ello la responsabilidad hacia las nuevas generaciones tiene que ser ampliamente compartida por todos los sectores sociales que ustedes representan.
Por último, nos acoge aquí una institución que pertenece a la Iglesia Católica y por lo tanto está particularmente atenta a las dimensiones moral y religiosa de la vida y del desarrollo de los seres humanos. Deseo que su trabajo pueda integrar asimismo estas dimensiones en el esfuerzo conjunto de reflexión y de compromiso, y pueda extraer de ello provecho, inspiración y motivación.
Además, todos estamos de acuerdo con cuanto se afirma en el segundo principio de la Declaración Universal de los Derechos del Niño, es decir, que cada niño debe encontrar posibilidades para “desarrollarse sana y normalmente en el plano físico, intelectual, moral, espiritual y social, en condiciones de libertad y dignidad”. Y, tal y como afirmaba Juan Pablo II ya en 1990 con ocasión de la Cumbre mundial para los Niños, constatamos “la necesidad de hacer mucho más aún para salvaguardar el bienestar de los niños del mundo, proclamar los derechos del niño y proteger estos mismos derechos mediante acciones culturales y legislativas que respeten la vida humana como un valor en sí, independientemente del sexo, origen étnico, nivel social o cultural, de la convicción política o religiosa” (mensaje a J. Pérez de Cuéllar, 22 de septiembre de 1990. La Santa Sede se adhirió a la Convención sobre los Derechos del Niño en 1990).
Los menores a los que hacemos referencia y cuya dignidad queremos defender y promover son personas humanas, cuyo valor es único e irrepetible. Cada uno de ellos deben ser considerados seriamente y protegidos en este mundo cada vez más digitalizado para que puedan alcanzar el propósito de su vida, de su destino, de su venida al mundo. El destino y vida de cada uno de ellos es importantísimo y valioso, ante los hombres y ante Dios. De acuerdo con las Escrituras todo ser humano ha sido creado “a imagen y semejanza” de Dios. Según el Nuevo Testamento el Hijo de Dios acampó entre nosotros como un niño necesitado y vulnerable, asumiendo también la fragilidad y la espera ante el futuro que son propias de la niñez. Menospreciar a la infancia y abusar de los niños es, por lo tanto, para los cristianos no sólo un delito, sino también – como ha afirmado el Papa Francisco – un sacrilegio, es decir, una profanación de aquello que es sagrado, la presencia de Dios en cada ser humano.
Las dinámicas que mueven el desarrollo técnico y económico en el mundo parecen imparables, y como sabemos generalmente se dirigen y son impulsados por intereses económicos y también políticos muy poderosos, de los que no nos debemos dejar dominar. La fuerza del deseo sexual que se alberga en el fondo de la mente y del corazón humano es maravillosa y grande, alienta el camino de la humanidad, pero puede también ser corrompida y pervertida para convertirse en fuente de sufrimiento y de abusos indescriptibles: por eso hay que darle valor y orientarla. El sentido de la responsabilidad moral ante los hombres y ante Dios, la reflexión sobre el uso recto de la libertad para construir y orientar el nuevo mundo y aprender a vivir en el mismo son, por lo tanto, absolutamente necesarios y fundamentales para el futuro común.
Han sido convocados aquí para tratar una de las cuestiones más importantes y urgentes del camino de la humanidad en nuestros días. Por lo tanto, espero que el sentido vivo de la belleza y del misterio de los seres humanos, de la grandeza de su vocación por la vida y, por consiguiente, del deber de protegerla en su dignidad y en su crecimiento inspiren su trabajo y traigan frutos concretos y activos.
POSTED BY IL SISMOGRAFO ORE 19:00