Le parole di Pio XII ai medici
Quante sofferenze sono state evitate
di José María Simón Castellví*
Noi medici abbiamo un grande debito di riconoscenza nei confronti di Pio
XII e del suo magistero. Papa Pacelli, infatti, è stato una persona di
grande sensibilità, che ha dedicato molto tempo e altrettanti sforzi a
favore dei medici cattolici e degli altri operatori della salute e della
vita.
Personalmente, come molti, sono sempre rimasto colpito dalle sue doti
intellettuali, dalla consolazione che seppe dare alle vittime dei
bombardamenti di Roma durante la guerra, con la sua tonaca bianca e la sua
intimità con Dio.
Dispongo di informazioni di prima mano grazie a un medico di Barcellona,
ormai anziano, che assistette a Roma a molti degli incontri di quel grande
Papa con i medici. Ancora sono vivi in lui i consigli saggi che egli
offriva. Una volta, in una sala per le conferenze vicino a San Pietro,
centinaia di medici si accalcarono per ascoltarlo e per formulargli
domande di ogni tipo. A tal proposito ho letto un volume curato dal
cardinale Fiorenzo Angelini, che fu suo collaboratore e poi presidente del
Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari. In esso si trovano
raccolti quei grandi insegnamenti che abbiamo anche trasferito sulla
pagina web della Federazione internazionale delle associazioni mediche
cattoliche.
Ben noto è l’insegnamento di Pio XII sull’anestesia e sull’analgesia: essa
si può e si deve applicare, se è necessario, sebbene indirettamente possa
abbreviare la vita a causa di effetti secondari indesiderati. Le sue
parole hanno evitato sofferenze a milioni di persone.
Per quanto riguarda la trasmissione della vita, egli ha anticipato, in
sostanza, il contenuto della Humanae vitae, sottolineando che noi medici
possiamo e dobbiamo essere d’aiuto in caso di infertilità, ma mai possiamo
sostituirci ai coniugi.
Ci ha poi lasciato una preziosa Preghiera del medico che fu letta in
pubblico per la prima volta da padre Pio l’8 maggio 1958, all’ottavo
Congresso italiano di medici cattolici: «O medico divino delle anime e dei
corpi, Redentore Gesù, che durante la tua vita mortale prediligesti
gl’infermi» iniziava. La sua vita fu piena di attenzioni verso i medici e
gli infermi. Discorsi ai membri delle associazioni di san Luca (uno dei
patroni dei medici), allocuzioni a gruppi di specialisti diversi
(oftalmologi, otorini, chirurghi) ai donatori di sangue, a coloro che
hanno a che fare con i problemi biologici del cancro, messaggi radio agli
infermi, ecc. Il 29 settembre 1949 tenne un discorso al quarto Congresso
internazionale dei medici cattolici. Rivolse parole rimaste celebri anche
alle infermiere, alle balie, ai pellegrini malati, alle associazioni
familiari di diversi Paesi, agli psicoterapeuti, ai genetisti, ai
microbiologi, ai farmacisti, ai tecnici, ai religiosi ospedalieri. E non
dimenticò i politici, anche per la prevenzione degli incidenti.
Il suo magistero è stato tenuto presente e apprezzato dai suoi successori.
Per questo gòli siamo grati e ripetiamo con la Preghiera da lui composta:
«Come medici che ci gloriamo del tuo nome, promettiamo che la nostra
attività si muoverà costantemente nell’osservanza dell’ordine morale e
sotto l’impero delle sue leggi».
*Presidente della Federazione internazionale delle associazioni mediche
cattoliche
Didascalia: L’incontro di Pio XII con i medici cattolici (29 settembre 1949)
(Osservatore Romano, 20 Luglio 2011)
http://www.fiamc.org/bioethics/pie-xii-et-la-sante/
http://www.academiavita.org/index.php?option=com_content&view=article&id=30&catid=32&Itemid=219&lang=it