NOTA SU ALCUNI ASPETTI DEL MINISTERO DEGLI ESORCISMI

6 Gennaio 2025|Categorie: Note

Associazione Internazionale Esorcisti
Epifania del Signore

INTRODUZIONE

«Misericordia motus est»[1] è l’atteggiamento profondamente cristiano che nasce dal cuore del buon Samaritano nei confronti di colui che, incappato nei briganti, è lasciato morente su una strada che da Gerusalemme scendeva verso Gerico[2].

A partire da questa pagina evangelica, la Chiesa ha sempre dato grande importanza alle Opere di Misericordia spirituali e corporali[3], ricordando che siamo chiamati a misurarci con la loro fattiva attuazione come prova della nostra carità[4].

Tra le molteplici forme di applicazione delle opere di misericordia, una speciale attenzione è data al Ministero dell’esorcismo, attraverso il quale la Chiesa vuole, sull’esempio del buon Samaritano, versare «olio e vino» (Lc 10, 34) sulle ferite di chi si ritrova a vivere, tra le tante forme di sofferenza, una qualche forma di tormento per l’azione straordinaria del Maligno.

L’insegnamento del Cristo e del Magistero della Chiesa, che sempre illumina la vita dei fedeli, permette di capire quali devono essere gli atteggiamenti che non corrispondono, in pienezza, ad un esercizio corretto del delicato compito del Sacerdote esorcista[5].

Obiettivo di questa nota
Con questa nota si intende offrire dei chiarimenti necessari al fine di ben operare nell’elargizione della divina Misericordia tramite il Ministero dell’esorcismo.
Non saranno qui ripresentati i criteri per stabilire le condizioni di attuazione dell’Esorcismo Maggiore né tantomeno le Linee Guida di questo delicato Ministero[6], ma verranno semplicemente offerte delle osservazioni su alcune prassi pastorali le quali, invece di rendere un servizio al corpo piagato del Cristo, ne aumentano la sofferenza e provocano disorientamento, osservazioni che i fedeli (chierici, consacrati e laici) è auspicabile possano conoscere al fine di evitare atteggiamenti e modalità non rispondenti all’autentico operare del Cristo Signore, modello per chiunque eserciti il ministero di liberazione dall’azione straordinaria del Maligno[7].

Licenza dell’Ordinario
Negli ultimi anni è aumentato il numero di coloro che, dubitando o convinti di essere vittime di azione straordinaria del demonio in una delle sue diverse forme (vessazione, ossessione, possessione o infestazione diabolica) vanno alla ricerca di esorcisti. Talvolta, però, questa convinzione è avvalorata da persone che, senza possedere alcuna preparazione specifica in materia[8] e privi di mandato da parte dell’Ordinario competente[9], agiscono in maniera inappropriata provocando smarrimento nel popolo di Dio, soprattutto in quanti, a motivo della loro semplicità, della situazione di sofferenza in cui si trovano e, in alcuni casi, della superstizione di cui sono vittime, risultano essere più fragili. Con ciò non si intende assolutamente negare che vi sono situazioni che richiedono l’intervento del Ministero dell’esorcismo che Cristo ha affidato alla sua Chiesa, ma che un discernimento definitivo su una reale azione demoniaca straordinaria compete, nelle diverse forme con cui si può manifestare, a chi gode della necessaria formazione e agisce su mandato dell’autorità ecclesiastica.

Cristo, unico e solo esorcista
È d’uopo ricordare che il Ministero dell’esorcismo è sempre amministrato per nome e conto della Chiesa e che l’esorcista agisce come Ministro di Cristo (l’unico ad avere, in Sé stesso, autorità su tutti i demoni) e della Chiesa. L’esorcista, con il proprio servizio ecclesiale, «si fa vicino»«fascia le ferite»causate dall’azione straordinaria del demonio versandovi l’olio della consolazione e il vino della speranza, si carica nella propria preghiera della sua afflizione, camminando accanto a famiglie e amici di colui che soffre; lo conduce «in un albergo» (Lc 10,34) immagine della Chiesa di Cristo e se ne prende cura pagando con le proprie preghiere la liberazione implorata[10]. Come in ogni azione liturgica, è la Chiesa che agisce: «Quando non è presente un’assemblea, per quanto piccola, di fedeli, presenza richiesta di per sé da saggezza e prudenza, l’esorcista non dimentichi che già nella sua persona e in quella del fedele tormentato dal Maligno è presente la Chiesa. E ricordi ciò anche al fedele tormentato dal Maligno»[11]. L’esorcista, nella consapevolezza che agisce come Ministro di Gesù Cristo, per nome e conto della Chiesa, comprende che, come novello Battista, dovrà rifuggire ogni forma di protagonismo: «Lui deve crescere. Io, invece, diminuire» (Gv 3, 30).

PRATICHE SCORRETTE

Tenendo conto delle precedenti annotazioni atte a manifestare il senso e lo spirito di questa nota, ricordando che degli errori possibili nell’esercizio del Ministero dell’esorcismo se ne parla accuratamente nelle sopracitate Linee Guida e partendo dall’esperienza e dalla legittima preoccupazione di alcuni, l’Associazione Internazionale Esorcisti ritiene opportuno offrire dieci precisazioni al fine di illuminare alcune situazioni che vanno biasimate.

1.  Disapprovazione dell’improvvisazione e del sensazionalismo
Si biasima l’atteggiamento di alcuni Sacerdoti, Consacrati e Fedeli Laici che, privi di formazione adeguata e di mandato episcopale, anziché rinviare i casi di possibile azione straordinaria del Maligno a chi ha ricevuto un peculiare ed espresso mandato dal Vescovo diocesano, si cimentano in percorsi di liberazione arbitrari, non autorizzati dalla competente autorità ecclesiastica. Ancor più grave è quando dissuadono i fedeli dal rivolgersi all’esorcista ufficiale della propria diocesi, suggerendo di cercare altre figure di esorcisti considerati “più potenti” o per sostenere l’idea di una presunta azione demoniaca straordinaria da essi individuata.

2.  Centralità del Vangelo
È deplorevole che alcuni, anziché annunciare il Vangelo di Gesù Cristo che libera l’uomo dalla schiavitù del male e del peccato, concentrino la loro attenzione esclusivamente sulla presenza e sull’opera del demonio. Costoro, invece di accompagnare i sofferenti in un cammino di fede, di preghiera, di vita sacramentale e di carità, ricordando loro che «spes non confundit» (Rm 5,5), la speranza non delude, li inducono a credere che la liberazione dipenda unicamente da una ripetizione compulsiva di preghiere e benedizioni[12], quando invece la pace che viene dal Cristo e a cui tutti anelano si può ottenere solo attraverso una vita di carità, alimentata dalla Parola di Dio, dalla preghiera dalla frequenza ai sacramenti dell’Eucaristia e della Confessione e da una autentica devozione alla Vergine Immacolata.

3.  Discernimento negligente
Alcuni Sacerdoti, talvolta purtroppo anche qualche esorcista, trascurando il discernimento serio e rigoroso prescritto dai Praenotanda del Rito degli esorcismi[13], utilizzano criteri estranei alla fede cattolica, avvalorando concetti di origine esoterica o new age[14]. Questo approccio è inaccettabile e contrario alla fede e alla dottrina della Chiesa[15].

4.  Pratiche superstiziose, uso improprio di res sacrae
Sono da biasimare coloro che utilizzano procedimenti superstiziosi, chiedendo foto o indumenti al fine di riconoscere possibili malefici, toccando alcuni punti del corpo dei fedeli al fine di “diagnosticare la presenza di entità maligne” o di “espellere negatività”, oppure suggerendo un uso improprio di res sacrae (acqua, sale, olio benedetti ecc.), che alcuni chiamano «esorcizzati». Questi sono atteggiamenti errati, che alimentano la mentalità e la prassi superstiziosa, ledono la dignità del corpo, tempio dello Spirito Santo, ed inducono ad un utilizzo magico degli oggetti benedetti, spogliandoli, di fatto, del significato reale che vuol riportare alla presenza salvifica del Cristo.

5.    Coinvolgimento di figure inadeguate
È inaccettabile che alcuni Sacerdoti o operatori pastorali collaborino con cosiddetti “sensitivi” o presunti carismatici indirizzando i fedeli sofferenti da loro anziché metterli in contatto con chi ha ricevuto un peculiare ed espresso mandato dall’Ordinario del luogo per esercitare il Ministero dell’esorcismo. Peggio ancora quando è lo stesso esorcista diocesano che delega a queste figure quel compito che la Chiesa ha affidato a lui, quello cioè del discernimento autorevole di una reale azione demoniaca straordinaria, a cui si aggiunge, in alcuni casi, il lasciarsi guidare da loro per “liberare” dal maligno le persone sofferenti. Tale comportamento rifugge dalla natura del Ministero conferito all’esorcista, che richiede di farsi carico della sofferenza altrui e di non omettere il personale, regolare, scrupoloso e, in alcuni casi, gravoso tempo di discernimento necessario per verificare l’eventuale azione straordinaria del demonio e il successivo e impegnativo accompagnamento di chi ne è veramente vittima.

6.  Esclusione delle scienze mediche e psicologiche
Nel discernimento, l’esorcista oltre ai criteri tradizionalmente seguiti per individuare i casi di azione straordinaria del demonio[16], può avvalersi del confronto con esorcisti di consolidata esperienza e, in alcuni casi, della consulenza di persone esperte di medicina e di psichiatria. Il Ministero dell’esorcismo, come ogni sacramentale, è al servizio dell’uomo. Non si può, pertanto, escludere aprioristicamente la consultazione delle scienze psicologiche e psichiatriche, e delle altre discipline positive, che in alcuni casi possono aiutare nella comprensione dell’origine di mali non necessariamente di origine preternaturale. Questo atteggiamento non solo è fuorviante, ma espone le persone a rischi inutili, trascurando il contributo, alle volte determinante, delle moderne discipline mediche e psicologiche.

7.    Dichiarazioni avventate e dannose
L’ansia di voler ad ogni costo individuare un’azione demoniaca straordinaria quale causa scatenante di una situazione di sofferenza di cui non si conosce l’origine avendo omesso un previo serio discernimento, oltre ad essere inutile, può generare danni. Anche in questo caso le Linee Guida elaborate dall’Associazione Internazionale Esorcisti e alla cui lettura e al cui studio rimandiamo, rappresentano un ottimo aiuto e un riferimento imprescindibile[17].

8.    Malefici
Senza negare la reale esistenza della pratica del maleficio, purtroppo più diffusa nella società odierna di quanto si possa pensare[18], riproviamo l’atteggiamento fobico di chi vede nei malefici l’origine necessaria di tutti i mali e sventure che possono abbattersi sulla vita di una persona. Il buon senso e l’esperienza insegnano, inoltre, che anche quando un male potrebbe essere stato realmente originato da un maleficio, il concentrarsi sulla sua individuazione e il sentenziare alle persone di esserne vittima, non soltanto è inutile e irrilevante ai fini della liberazione, ma può essere dannoso a chi ne è vittima, provocando in essa sospetti su presunti mandanti o autori che abbiano realizzato tale maleficio e riversando verso di loro sentimenti di odio, come ben spiegano le Linee Guida[19]. In ordine a questa importante materia, ribadiamo che è invece necessario concentrare l’attenzione sui rimedi di grazia offerti dalla Chiesa e sul cammino cristiano da percorrere, ricordando che è fondamentale insegnare a chi soffre:

  • la certezza di fede che Dio non abbandona la sua creatura che è nella prova, ma che in qualche modo soffre con essa e nel medesimo tempo la sostiene e la conforta con la sua grazia;
  • la convinzione che ogni sofferenza procurataci da qualsiasi male possa colpirci nella vita, se accettata con amore e offerta a Dio volge il male in bene. Infatti «il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» (2 Cor 4, 17), mentre completiamo nella nostra carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa (cfr. Col 1, 24).

9.  Guarigione intergenerazionale (guarigione dell’albero genealogico)
Sebbene animati dalle migliori intenzioni e con il desiderio di alleviare le sofferenze delle persone, alcuni Sacerdoti e persino qualche esorcista portano avanti la pratica della cosiddetta guarigione intergenerazionale, come condizione “sine qua non”, senza la quale, non si può avere una guarigione o una liberazione, non rendendosi conto del danno che ne deriva alla loro fede e a quella delle persone, nonché delle conseguenze, che queste ultime possono subire sul piano esistenziale. Diversi Ordinari di luogo e Conferenze Episcopali sono già intervenute su quest’ambito dando le motivazioni dottrinali che dimostrano come tale pratica non abbia fondamenti biblici e teologici. A queste prese di posizione rimandiamo, in particolare all’ultima, in ordine di tempo, della Conferenza Episcopale Spagnola[20].

10.  Bandire la paura
L’esorcista deve condurre i fedeli tormentati a ricevere la pace che viene da Cristo. Per questo lui per primo deve essere abitato da questa pace, rifiutando ogni forma di paura ed educando quelli che accompagna con il suo Ministero a lottare contro di essa. La paura, infatti, qualunque sia il motivo che la provoca, quando è coltivata conduce all’indebolimento della fede e alla perdita della fiducia in Dio. Di essa si serve il demonio per ridurre l’uomo in schiavitù (cfr. Eb 2, 14-15), mentre nella Bibbia l’invito da parte di Dio a non avere paura risuona almeno 365 volte. Un Sacerdote che avesse paura del demonio nell’esercizio del suo Ministero o nella sua vita quotidiana non potrebbe esercitare il Ministero dell’esorcistato senza esporsi a gravi pericoli per la sua vita spirituale, soprattutto se, invece di coltivare la fiducia e il totale abbandono di sé nelle mani misericordiose di Dio, cercasse di fare fronte ad essa con pratiche più o meno superstiziose.

La società odierna
La cangiante e complessa realtà sociale in cui si esercita il Ministero dell’esorcismo, tenendo conto del panorama icasticamente definito liquido[21], è caricata del peso di presentazioni cinematografiche che contribuiscono ad un’idea del sacramentale dell’esorcismo cupa, inquietante e paurosa: le vesti biasimevoli dell’orrido fomentano, in questo modo, una visione assai spaventosa dell’azione straordinaria del demonio. Per tale ragione è necessario puntare sulla formazione dei Chierici, dei Consacrati e dei Fedeli Laici, al fine di non ritrovarsi a camminare su strade pericolose che porterebbero a trovarsi «nelle mani dei briganti» (Lc 10, 30)[22]. Tutti possiamo constatare come i successi cinematografici nel diffondere prodotti di dubbia qualità alimentano una insana curiosità verso il preternaturale; e talvolta ciò è causato da una mancanza di equilibrio da parte di coloro che, invece, dovrebbero essere «modelli del gregge» (1Pt 5,3).

Esorcismo: esperienza di Dio, esperienza di gioia
L’esperienza di coloro che esercitano il Ministero dell’esorcismo, così come quella degli ausiliari che a vario titolo collaborano con gli esorcisti, conferma che questo Ministero, contrariamente all’idea diffusa, è intriso di profonda gioia: si è testimoni autentici di quanto sia potente l’azione del Cristo Risorto, che illumina le tenebre più oscure e libera dal peccato più terribile. L’intercessione, poi, della Vergine Immacolata, in primo luogo, dei Santi e Beati del Cielo, degli Angeli, fedeli servitori dell’Altissimo, che si registra durante gli esorcismi, dimostrano quanto sia dirompente la Comunione dei Santi.

L’arte dell’accompagnamento
In tal senso «la Chiesa dovrà iniziare i suoi membri – Sacerdoti, e Laici – a questa arte dell’accompagnamento, perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro»[23]: questo significa caricarsi l’altro e condurlo al divino Albergatore sull’esempio del buon Samaritano che non smette di preoccuparsi del malcapitato ma se ne prende cura pagando tutto quanto è necessario per la sua salvezza (cfr. Lc 10, 35): e il prezzo è la Croce di Cristo.
Compito principale di ogni esorcista sarà, quindi, quello di donare pace e speranza, evitando ogni gesto o comportamento che provochi confusione e alimenti la paura sull’invito dell’Apostolo:«diventate miei imitatori, come io lo sono di Cristo» (1Cor 11,1).

Santi: maestri e modelli
La Chiesa, riconoscendo la santità eroica di Sacerdoti che, maestri e modelli, ci hanno preceduto nel cammino verso il Paradiso, dona insegnamenti che bisogna fare propri. Tra le tante e sante figure di Sacerdoti esorcisti, si ricorda qui san Vincenzo Pallotti[24], al quale la Regina degli Apostoli avrebbe detto: «Voglio insegnarti, o figlio, una dottrina che nel mondo è quasi sconosciuta, o almeno poco considerata: ogni operazione proprio perché fatta dell’Eterno Verbo Incarnato acquista incomprensibili gradi di dignità nella sua Chiesa; impara, quindi, a conoscere sempre più la sublimità dell’Ufficio di esorcista, proprio perché questo Ufficio fu esercitato dal Divin Redentore»[25].

La sublimità dell’ufficio di Esorcista
Ricordino i Sacerdoti chiamati al Ministero dell’esorcismo che, come il Signore Gesù non volle esimersi dall’essere tentato, così anch’essi sono soggetti all’azione ordinaria del demonio, azione che non può essere vinta senza grande fede e profonda umiltà. Sia loro d’esempio il fondatore dei Pallottini, il quale, in occasione di un esorcismo su un santo prete che, dopo essersi dedicato per molto tempo e con frutto alla predicazione delle missioni popolari, subì anche l’azione straordinaria del demonio per 13 anni[26], scrisse questa preghiera: «Non io, ma Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo comanda, o demonio, a te e ai tuoi satelliti di non sottovalutare alcun ordine. Non farete alcun male a questo dilettissimo servo di Dio A.G.; non gli impedirete alcun esercizio di pietà e non parlerete, se non interrogati». Questa preghiera manifesta, allo stesso tempo, la grande umiltà del Sacerdote romano – che ogni esorcista deve fare propria – e la robusta confidenza verso la Trinità Santissima.

Il più povero dei poveri
Nella presentazione del Rito degli esorcismi a cura dalla Conferenza Episcopale Italiana è ricordato che «il fedele che chiede l’esorcismo è un membro della comunità, uno di quei membri che la comunità deve amare di un amore preferenziale: quando è in potere del Maligno, infatti, egli è il più povero dei poveri, bisognoso di aiuto, di comprensione, di consolazione. Il Ministero dell’esorcista, perciò, oltre che di liberazione, è anche un Ministero di consolazione»[27]. Per tale ragione, ricordando le parole di san Giovanni della Croce che «alla sera sarai esaminato sull’amore», l’esorcista non può non lasciarsi guidare da questi sentimenti verso i fratelli che vivono questa straordinaria forma di sofferenza, in modo che ad essi e al mondo «sia resa testimonianza alla presenza di Cristo Salvatore che ha vinto ogni potere nemico della vita»[28].


[1] «Ne ebbe compassione»: Lc 10, 33.
[2] Cfr. Lc 10, 30-37.
[3] «Le opere di misericordia sono azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali (Is 58,6-7; Eb 13,3). Istruire, consigliare, consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come pure perdonare e sopportare con pazienza. Le opere di misericordia corporale consistono segnatamente nel dare da mangiare a chi ha fame, nell’ospitare i senza tetto, nel vestire chi ha bisogno di indumenti, nel visitare gli ammalati e i prigionieri, nel seppellire i morti (Mt 25,31-46).  Tra queste opere, fare l’elemosina ai poveri è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio (cf Mt 6,2-4): «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto» (Lc 3,11). «Piuttosto date in elemosina quel che c’è dentro, e tutto sarà puro per voi» (Lc 11,41). «Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?» (Gc 2,15-16). (1 Gv 3, 17)»: Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2447.
[4] Cfr. Mt 25, 31-46.
[5] Da qui in avanti con il termine esorcista si intende il Sacerdote, al quale il Ministero di esorcista viene affidato dall’Ordinario del luogo, di norma il Vescovo diocesano, come stabilito dal CIC, can. 1172, § 1.
[6] Su questo importante punto, si rimanda a: Associazione Internazionale Esorcisti, Linee guida per il ministero dell’esorcismo. Alla luce del rituale vigente, Edizioni Messaggero, Padova 2019, di seguito indicate con la sigla Linee Guida.
[7] Non è neanche intenzione della presente nota elencare i tanti episodi evangelici che testimoniano come il Signore Gesù abbia combattuto l’azione del diavolo.
[8] Rituale Romanum ex decreto Sacrosancti Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum auctoritate Ioannis Pauli PP. promulgatum. De Exorcismis et Supplicationibus quibusdam, Editio Typica emendata, Typis Vaticanis 2004, n. 13, citato di seguito con la sigla DESQseguito dal relativo numero.
[9] Cfr. Codice di Diritto Canonico can. 1172, §1, citato di seguito con la sigla CIC seguito dal relativo canone.
[10] Cfr. Lc, 10, 33-35.
[11] DESQ n. 34, b.
[12] Il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.1078 afferma: «Benedire è un’azione divina che dà la vita e di cui il Padre è la sorgente. La sua benedizione è insieme parola e dono (“bene-dictio”, “eu-logia”). Riferito all’uomo, questo termine significherà l’adorazione e la consegna di sé al proprio Creatore nell’azione di grazie». Il significato che il Catechismo della Chiesa Cattolica offre della benedizione è illuminante al nostro scopo: qualcosa che dà la vita, che proviene dal Padre. Mettendo insieme i concetti di parola e dono siamo aiutati a comprendere che il Ministero dell’esorcismo esercitato attraverso la parola è un dono del Padre: «Se dunque voi che siete malvagi sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il vostro Padre che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano» (Mt 7,11)
[13] DESQ nn. 14-17.
[14] Espressioni quali aprire e chiudere chakra, eliminare le negatività, usare o annientare energie positive o negative, corpo astrale, bolla mistica, ecc., non appartengono al linguaggio liturgico né tantomeno a quello teologico, ma sono frutto di credenze, superstizioni e filosofie contrarie alla religione cattolica.
[15] I pronunciamenti magisteriali che condannano apertamente la pratica della new age e le dottrine a carattere esoterico sono diversi. Si rimanda, in proposito, al sito web del Dicastero della Dottrina della Fede.
[16] Linee Guida, cap. XII-XIII.
[17] Ivi, cap. V.
[18] Ivi, n. 86-89, pag. 65-67.
[19] Linee Guida, cap. VI, par. 106 a, b, c.
[20] CONFERENCIA EPISCOPAL ESPAÑOLA – COMISIÓN EPISCOPAL PARA LA DOCTRINA DE LA FE, Su misericordia se extiende de generación en generación (Lc 1,50). Nota doctrinal sobre la práctica de la “sanación intergeneracional”, 1 de noviembre de 2024.[Conferenza Episcopale Spagnola – Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede, La sua misericordia si estende di generazione in generazione (Lc 1,50). Nota dottrinale sulla pratica della “guarigione intergenerazionale”, Madrid 1° novembre 2024].
[21] Cfr. Bauman Z., Modernità liquida, Editore Laterza, Roma 2011.
[22] Segnaliamo il doc-film patrocinato dall’Associazione Internazionale Esorcisti: Libera nos. Il trionfo sul male, con il quale si è cercato di correggere questa tendenza del mondo cinematografico. Intervistando Sacerdoti esorcisti, biblisti, teologi, liturgisti, canonisti, psichiatri e con alcune scene di esorcismo interamente ricostruite cinematograficamente sulla base di fatti realmente accaduti, quest’opera si prefigge l’obiettivo di essere un utile strumento di divulgazione per tutti i fedeli, sia laici che Sacerdoti, al fine di far comprendere che cosa è l’esorcismo alla luce della Verità evangelica e del Magistero della Chiesa Cattolica.
[23] Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, Roma, 24 novembre 2013, n. 169.
[24] San Vincenzo Pallotti (nato a Roma il 21 aprile 1795 e morto sempre a Roma il 22 gennaio 1850) è stato un Sacerdote e fondatore della Società dell’Apostolato Cattolico, proclamato santo da Papa San Giovanni XXIII nel 1963.
[25] Amoroso F., San Vincenzo Pallotti romano, San Paolo Editore, Cinisello Balsamo (MI) 2004, p. 48.
[26] Questo fatto raccontato nella vita di San Vincenzo Pallotti ricorda che non sempre l’azione straordinaria del demonio è causata dalla propria responsabilità; in alcuni casi, come in questo, è l’infinita Provvidenza divina che permette tali sofferenze, offerte in atto di riparazione, con il fine di un bene maggiore. Nel fatto qui raccontato le cronache del tempo riferiscono di come il demonio, durante l’esorcismo, si indugiò a mettere in evidenza gli abusi commessi dalla gerarchia, dai religiosi e dal popolo al fine di potersi emendare e cambiare vita (Cfr. Amoroso F.,San Vincenzo Pallotti, Edizioni San Paolo, 2004, p. 49).
[27] Conferenza Episcopale Italiana, Rito degli esorcismi e preghiere per circostanze particolari, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001, n. 16.
[28] Ivi, n. 17.