«Se avvengono ancora i miracoli a Lourdes? Certo che sì».
Nessuno meglio di Franco Balzaretti, direttore del Day Surgery dell’Asl di Vercelli, per anni alla guida del Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Andrea, specialista nella chirurgia d’urgenza, può rispondere a questa domanda.
Unico piemontese su quattro italiani, fa parte dal 2000 del Comitato Medico Internazionale di Lourdes (Cmil), una sorta di Corte d’Appello dei miracoli, che conta venticinque membri, provenienti da diverse parti del mondo. Balzaretti, che è anche vice presidente dei Medici Cattolici Italiani e abituale frequentatore di Lourdes attraverso i pellegrinaggi con l’Oftal, quando ha ricevuto la proposta di entrare nel Comitato, ha risposto subito sì. «Si entra su proposta e per competenza disciplinare: ero a Lourdes e avevo partecipato alla presentazione di un caso di guarigione di una ragazza toscana, guarita da un tumore al cervello. Dopo quell’episodio mi è stato chiesto di entrare nel Comitato – spiega Balzaretti -.Si resta in carica praticamente a vita o fino a impegni sopraggiunti. È su base volontaria: non si ha compenso
Di miracoli, o meglio di guarigioni inspiegabili perché il termine miracolo può essere utilizzato solo dalla Chiesa, Franco Balzaretti se ne intende.
È lui, con i suoi colleghi che stabilisce se la guarigione avvenuta ai piedi della statua della Vergine Maria, sia frutto oppure no di un intervento sovrannaturale. «Contrariamente a quanto si crede un miracolo non è solo un fatto inspiegabile, ma implica anche una dimensione spirituale. Deve essere un fatto anormale, ma deve esserci anche il segno, che porta a credere nell’intervento divino – dice Balzaretti -. Una guarigione, per essere miracolosa, deve avere due condizioni: deve avvenire secondo modalità straordinarie e in un contesto di fede». Franco Balzaretti, medico cattolico, quando studia una guarigione, non lascia però la fede fuori dalla porta: «Non si pensi che entri in gioco la suggestione nel giudicare una guarigione. Di fronte al più piccolo dubbio, la guarigione resta straordinaria ma non inspiegabile, non viene etichettata come miracolosa. Come Comitato usiamo la metodologia scientifica, sulle indicazioni del cardinale Prospero Lambertini, ovvero papa Benedetto XIV , che ha scritto un vademecum per il riconoscimento dell’inspiegabilità di una guarigione. Analizziamo le cartelle cliniche: ci basiamo su fatti concreti, analisi mediche prima e dopo la guarigione. Una metodologia che richiede rigore scientifico, severità, intransigenza e oggettività assoluta».
Franco Balzaretti, nei suoi sedici anni di Cmil, ha certificato, nel 2012, il penultimo miracolo riconosciuto a Lourdes. Non capita a tutti: a fronte di 7200 dichiarazioni di guarigioni, solo 69 casi sono stati infatti dichiarati miracolosi dal 1858 a oggi. Il medico vercellese ha seguito il caso di suor Luigina Traverso, nata a Novi Ligure e consacrata nella diocesi di Casale Monferrato, che, affetta da una paralisi alla gamba sinistra, nel luglio 1965, al passaggio dell’ostia consacrata nell’Eucarestia, ha recuperato la piena mobilità.
«Sono stato io a redigere il dossier conclusivo. Suor Luigina è guarita da una lombosciatalgia paralizzante negli Anni 60 ma il miracolo è stato annunciato solo nel 2012. Aveva già subito diversi interventi chirurgici: i medici le avevano sconsigliato il pellegrinaggio, non pensavano neppure che potesse arrivare viva a Lourdes. Quando l’ostia consacrata le è passata vicino, lei che poteva stare solo sdraiata, ha avvertito la voglia di alzarsi in piedi. Il giorno dopo, senza ausilio, ha percorso la via Crucis camminando sulle sue gambe»
(La Stampa, 9/4/2016)