Alla lavanda dei piedi
Nel vangelo di Giovanni non c’è il racconto dell’istituzione dell’eucaristia. Il suo posto è preso dal racconto della lavanda dei piedi, che Gesù fa ai discepoli. Commentiamo il brano attraverso la sottolineatura di quattro espressioni.
Li amò sino alla fine. La frase dice tutto. Non ci sono riserve nel dono di Gesù. Questa è la chiave per leggere la Passione. Infatti, il senso della Passione, che condurrà Gesù alla morte di croce, è proprio quello di esprimere la totalità del dono d’amore del Signore per ogni uomo.
Il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo. Nonostante il traditore, Gesù non si tira indietro, il suo amore non è condizionato: ti amo se sei bravo. No! Se fosse così saremmo perduti, perché noi non meritiamo di essere amati. L’amore si riversa su di noi in modo sorprendentemente gratuito, quindi anche per il traditore.
Capite quello che ho fatto per voi? Ed ecco il punto decisivo. Qual è il senso dell’eucaristia, di cui la lavanda dei piedi è l’altra faccia della medaglia? Bisogna interrogarsi su questo punto. Che facciamo quando partecipiamo alla messa? Siamo spettatori passivi o diciamo al Signore che vogliamo offrire noi stessi come dono, insieme a Lui?
Perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. Ecco la risposta. Occorre fare esattamente quello che ha fatto di Gesù: fare dono di sé in modo pieno e gratuito. L’eucaristia non è solo un rito, più profondamente è un’alleanza tra noi e Gesù, perciò noi accettiamo di donare la nostra vita a Gesù e ai fratelli. Esattamente come ha fatto Gesù.
Don Michele Aramini