Madame Lejeune è stata accolta in cielo nell’abbraccio del Padre. L’Associazione dei Medici Cattolici Italiani, memore del grande e costante impegno in difesa della Vita, con commozione e con grande tristezza prega per l’anima eletta, affidandola alla Misericordia di Dio padre.
E, accomunati a questi sentimenti, magistralmente espressi dal nostro Presidente Filippo Boscia, anche tutti noi dirigenti ed iscritti dell’AMCI ci uniamo al dolore e alle preghiere dei familiari e di tutti coloro che hanno conosciuto ed amato Birthe Lejeune, straordinaria testimone della Pontificia Accademia per la Vita.
A 92 anni è scomparsa la vedova di Jérôme Lejeune, lo scopritore della Sindrome di Down, grande scienziato e umanista, servo di Dio. Birthe era anche l’anima della Fondazione intitolata al marito.
La morte del marito, il celebre genetista francese e difensore della vita Jérôme Lejeune, oggi servo di Dio, la mattina di Pasqua 1994, fu un baratro per Birthe Lejeune. Pochi credevano che la donna d’origine danese avrebbe perpetuato l’impegno di colui che fu scelto da san Giovanni Paolo II come primo presidente della Pontificia Accademia per la Vita. La notizia della scomparsa, ieri a 92 anni, della vedova, vicepresidente della Fondazione Lejeune, malata di cancro, ha commosso tutto il mondo cattolico
Come si accennava prima era moglie del celebre Jérôme Lejeune, ma anche madre di 5 figli e nonna di 28 nipoti, Birthe Lejeune è stata ambasciatrice instancabile delle tre missioni – “Cercare – Curare – Difendere” – della Fondazione, di cui era vice-presidente, e ha contribuito in modo decisivo a prolungare l’impegno del marito al servizio dei più deboli.
Dopo il suo matrimonio nel 1952, e fino alla morte di Jérôme avvenuta nel 1994, Birthe Lejeune ha seguito attentamente il lavoro di ricerca e medicina di suo marito. Lo ha incessantemente sostenuto nella lotta che ha combattuto, come medico e genetista, per far sì che la vita umana fosse rispettata dal concepimento fino alla morte naturale.