«Finché non spunti il giorno si lavora con fiducia per il regno di Dio»
«E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino» (2 Pt 1, 19).
Antonio Allegri, detto il Correggio (1489-1534), Adorazione dei pastori (la Notte), 1525-1530 circa, olio su tavola 256,5 x 188 cm, Gemäldegalerie Alte Meister, DresdaPubblicità
L’arcivescovo di Milano per questo Natale 2023 ha lanciato un messaggio incentrato sulla fiducia.
Vorrei riprendere brevemente questo tema.
Noi possiamo pensare che la fiducia sia un’importante qualità umana. La fiducia è certamente una qualità umana necessaria per vivere. Senza fiducia noi non avremmo relazioni pacifiche e non potremmo soddisfare i nostri bisogni essenziali abbiamo bisogno del medico di fiducia, del commercialista di fiducia, perfino del macellaio e dell’idraulico di fiducia.
Per noi cristiani la fiducia ha però una componente trascendente, essa ha radice divina. Non tanto perché noi siamo chiamati ad avere fiducia in Dio cosa che pure è vera ed è necessaria, quanto perché Dio ha fiducia in noi. È questo il senso della sua venuta: ha fiducia e speranza che noi lo accoglieremo, ci lasceremo plasmare dal suo amore. Il libro dell’apocalisse ce lo ricorda quando ci presenta Gesù come colui che sta alla porta e bussa (Apc 3).
Ora se Dio si impegna per questo mondo sorge la speranza. San Paolo con la sua consueta profondità dirà a questo proposito: se Dio è per noi chi sarà contro di noi? (Rom 8). Perciò i discepoli, i credenti si mettono sulla strada della fiducia e lavorano perché questo mondo sia come lo vuole Dio.
Accogliere Dio, in primo luogo, diventa gratitudine per i suoi doni. Primo tra tutti il dono di essere sempre con noi. Infatti, l’incarnazione è permanente. Non si tratta di una visita passeggera.
Il fatto che il Signore è con noi ci incoraggia a lavorare per il suo Regno. Non siamo soli. Da questa certezza nasce la fiducia. Essa si manifesta poi nel costruire buone relazioni, nel servire in modo competente chi ha bisogno, nel collaborare con tutti quelli che fanno del bene, nell’accogliere con umiltà proposte buone, meritevoli di essere diffuse. In definitiva avere fiducia significa diventare generativi, cioè, capaci di far nascere cose sempre nuove e sempre belle, prolungamento del Natale, ovvero dell’amore di Dio.
Don Michele.