Noi laici chiediamo ai pastori di proclamare con rinnovato vigore l’annuncio del Vangelo senza cedere a compromessi con lo spirito del mondo. E’ il forte appello lanciato al Sinodo da un’uditrice: la dottoressa Anca Maria Cernea, invitata come rappresentante dell’Associazione Medici Cattolici di Bucarest in Romania, ha condiviso con i Padri sinodali la sua toccante testimonianza.Paolo Ondarza l’ha intervistata:
R. – Mio padre era un leader politico cristiano che è stato imprigionato dai comunisti per 17 anni. I miei genitori erano fidanzati, stavano per sposarsi … Il matrimonio c’è stato 17 anni dopo. Mia madre ha aspettato tutti quegli anni mio padre, anche se non sapeva neppure se fosse ancora vivo. Sono stati eroicamente fedeli al loro impegno. Il loro esempio mostra che con la grazia di Dio si possono superare terribili difficoltà e povertà materiali. Il loro esempio è fonte di ispirazione e di conversione per molti in Romania. Penso che se mia madre avesse seguito il mondo – e non Gesù e gli insegnamenti della Chiesa – avrebbe sposato un altro uomo; se mio padre avesse seguito il mondo, avrebbe forse aderito al Partito comunista.
D. – Quindi lei racconta l’oppressione sotto il comunismo e dice che se il marxismo classico oggi appartiene alla storia, c’è però ancora un pericolo che è determinato da una ideologia, che a livello culturale pone delle minacce. Lei invita a stare in guardia da questo marxismo culturale …
R. – Si, come medici cattolici difendiamo la vita e la famiglia. Possiamo vedere che questa è, prima di tutto, una battaglia spirituale e che la povertà materiale e il consumismo non sono le principali cause della crisi della famiglia: la causa principale della rivoluzione sessuale e culturale è ideologica. Nostra Signora di Fatima ha detto che la Russia avrebbe diffuso i suoi errori in tutto il mondo: questo è avvenuto prima con la violenza, il marxismo classico, che ha ucciso decine di milioni di persone, e adesso avviene soprattutto attraverso il marxismo culturale: c’è una continuità dalla rivoluzione sessuale di Lenin, attraverso Gramsci e la scuola di Francoforte agli odierni diritti dei gay e all’ideologia del genere. Il marxismo classico pretendeva di segnare la società attraverso la violenta appropriazione dei beni; ma adesso la rivoluzione va ancora più in profondità: pretende di ridefinire la famiglia, l’identità sessuale, la natura umana. Si autodefinisce come progressista, ma non è altro che gnosticismo: è una ribellione contro Dio, con la pretesa non solo di creare una società perfetta qui sulla terra, ma di correggere anche la natura e la creazione di Dio.
D. – Lei ha lanciato un forte appello ai Padri Sinodali: ha chiesto di parlare di fedeltà, senza cedere allo spirito del mondo, quindi senza cedere ai compromessi…
R. – La Chiesa ha combattuto diverse forme di errori gnostici lungo tutta la sua storia: “Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia – ha detto Gesù – e tutte le altre cose vi saranno date in aggiunta”. La missione della Chiesa è di salvare le anime. Il male viene dal peccato in questo mondo. E la soluzione è la conversione, l’evangelizzazione. La vera libertà è la libertà dal peccato, la liberazione dal peccato. Ciò di cui il mondo ha oggi bisogno più che mai non è la limitazione della libertà, ma la vera libertà, la liberazione dal peccato, la salvezza. Questo non si fa con un governo mondiale. Questo Sinodo deve chiamare il peccato con il suo vero nome. Vivere il Vangelo non dovrebbe essere facile: il Vangelo è esigente. Non c’è misericordia senza verità. La Chiesa deve difendere la verità, senza alcun compromesso con lo spirito di questo mondo. Se noi diluiamo la verità, tradiamo Colui che ha detto “Io sono la verità”.
D. – Lei, in proposito, ha citato – sempre tornando al comunismo che ha tanto oppresso il suo Paese – l’esempio di 12 vescovi romeni, fedeli nella persecuzione. E’ per questo che la loro testimonianza è importante per i nostri giorni?
R. – Nessuno dei nostri 12 vescovi ha tradito la comunione con il Santo Padre. La nostra Chiesa è sopravvissuta grazia alla determinazione e all’esempio dei nostri vescovi, che hanno resistito al carcere e al terrore. I nostri vescovi chiesero alla comunità di non seguire il mondo, di non collaborare con i comunisti…