Le persone colpite da malattie rare, circa 350-400 milioni, e quelle affette da patologie tropicali neglette, oltre un miliardo, “non siano abbandonate a un destino di sofferenza e di emarginazione sociale”. E’ quanto ha affermato il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, intervenendo stamani alla 31.ma Conferenza internazionale incentrata sulle malattie rare e neglette, promossa dal Pontificio Consiglio per Operatori Sanitari. La Chiesa Cattolica – ha aggiunto il cardinale Parolin – “si sente fortemente interpellata dalla condizione di sofferenza di molti milioni di persone”.
Malattie rare
Per le malattie rare – ha detto il porporato – “uno dei temi più rilevanti è costituito dalla ricerca medico scientifica”. Ma l’industria farmaceutica mondiale – ha aggiunto – “non investe significativamente in questo genere di ricerca e a volte, pur avendo scoperto farmaci efficaci, cessa di produrli per mancanza di profitti”. In questo periodo si assiste anche ad “un ridimensionamento dei sistemi di welfare”. In tal modo – ha spiegato il cardinale Parolin – sono soprattutto le Associazioni dei familiari, le Organizzazioni non governative cattoliche e altre realtà “a fornire i fondi per finanziare la ricerca”. Nonostante gli sforzi, “la ricerca procede a rilento”.
Malattie neglette
Le malattie neglette – un gruppo eterogeneo di infezioni tropicali particolarmente comuni in popolazioni a basso reddito – si curano “in molti casi con farmaci già in uso e poco costosi”. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha inoltre avviato, da molti anni, “programmi imponenti” che si affiancano “al forte impegno delle strutture mediche cattoliche”. “Ma nonostante gli sforzi compiuti – ha ricordato il cardinale Parolin – soltanto una parte della popolazione interessata è adeguatamente curata”. La causa principale è legata alla “mancanza di reti di servizi medici di prevenzione, di diagnosi e di cura”.
Alla cura si affianchi la giustizia
Il cardinale segretario di Stato ha inoltre ricordato lo stretto legame “tra molte delle malattie tropicali neglette e la condizione di estrema povertà in cui vivono numerose popolazioni”. Perciò al tema della cura – ha sottolineato – si aggiunge anche “quello della giustizia”. “Alle cure sanitarie – ha detto il cardinale Parolin – si devono accompagnare programmi assistenziali che favoriscano l’accesso all’acqua potabile, ad abitazioni decenti, alla scolarizzazione dei bambini, alla eliminazione di eventuali forme di stigma causate dalla malattia, ecc”.
Necessaria la collaborazione con gli Stati
Non va poi dimenticata “la necessaria collaborazione con gli Stati”. “Importante – ha affermato il cardinale Parolin – sarà pure il confronto tra gli operatori del campo per confrontare e far emergere le best practices e incoraggiarne la diffusione”. “E’ importante – ha concluso – richiamare l’attenzione dei mezzi di comunicazione sociale su questo tema. In tal modo, anche coloro che non sono addetti ai lavori, potranno rendersi conto della situazione di sofferenza di tante persone”. (A cura di Amedeo Lomonaco)