APOSTOLIC PILGRIMAGE
OF HIS HOLINESS PAUL VI
TO WEST ASIA, OCEANIA AND AUSTRALIA
ADDRESS OF THE HOLY FATHER PAUL VI
TO THE CATHOLIC LAITY
Manila, Philippines
Sunday, 29 November 1970
In order to have a special meeting with you it was Our wish to devote for you a few moments, in spite of quite a heavy programme. Because of your diverse activities in the apostolate, you are the object of the Church’s particular consideration. Animated by the grace of baptism, of confirmation and, for some of you, of marriage, you have responded to the call of God who asks each Christian to be «at the same time a witness and a living instrument of the mission of the Church itself» (Lumen gentium, 33). May God be thanked for this great grace, that your hearts are encouraged to persevere in your commitment to burn with the spirit of Christ and to exercise your apostolate in the world as a kind of leaven (Cfr.Apostolicam actuositatem, 2).
The Second Vatican Council’s Decree on the Lay Apostolate, which you all know and which today forms in a sense the charter of the whole lay apostolate, insists on the spirit with which that apostolate must be lived. «The apostolate is carried on through the faith, hope and charity which the Holy Spirit diffuses in the hearts of all members of the Church» (Ibid.).
LIFE OF FAITH
The temptation would be to place our faith merely in the carrying out of certain religious acts. We know how fond the Christians of the Philippines are of external demonstrations of their faith-and rightly so. You are not unaware that you must go further: your faith must be enlightened by study of the Sacred Scriptures, of the Church’s teaching, and in particular of the decisions of the recent Council. To be a witness capable of drawing men to God, your faith must find expression in your life. Because they are Christians, lay people engaged in the apostolate must be the best citizens, the most honest ones and those most concerned for the common good. «Neither family concerns nor secular affairs should be excluded from their religious programme of life» (Apostolicam actuositatem, 4).
LIFE OF HOPE
Asia, the most populous continent of our globe – Asia is on the move. Millions and millions of men aspire today to better conditions of life and to the satisfaction of their profound religious restlessness, which is a thirsting for God. The immense obstacles that slow down or impede their advance towards this integral development carry the risk of causing feelings of despair. «The laity must take on the renewal of the temporal order as their own special obligation», declares the Council. «As citizens they must cooperate with other citizens, using their own particular skills and acting on their own responsibility. Everywhere and in all things they must seek the justice characteristic of God’s kingdom» (Ibid.). How could they reach that goal, if they were not impelled by hope, by the assurance which is founded on God’s strength and help. Delays, difficulties or failures do not unsettle or overcome a person who is animated by this God-given certitude.
LIFE OF CHARITY
Jesus Christ teaches us that love of God cannot be separated from love of one’s neighbour. The apostle must seek a charity that is ever more real, ever more universal. His love for his brothers, especially the weakest and poorest, will have its root in the love which God has for all, particularly for the least of those who are his (Cfr. Matth. 25: 40). Love for God is not something for oneself alone; it must be shared. The committed layman will be urged on by charity to study the concrete situations of his brothers; he will display imagination in the application of solutions to problems and he will show concern for the unfolding of the real values of his people’s culture, whether the values be artistic, intellectual or religious. Having assimilated the Church’s teaching, he will be faithful to the aim of every authentic social apostolate: a humanism open to the values of the spirit and to God, who is their source (Cfr.Populorum progressio, 42). He will keep before his mind «that the new command of love is the basic law of human perfection and hence of the world’s transformation» (Gaudium et spes, 38). You live in a relationship of trust with the hierarchy. Adding your collaboration to their apostolate, in docility and dialogue, you make use of your special experience and your own responsibility, and you are aware of having a vocation to sanctify the world in the very exercise of the duties of your state. You will thus work with men of goodwill to build a city based on brotherhood, where a man will be respected for his unique dignity as being one created «in the likeness of God», and where personal, family and social life can be orientated to Jesus Christ, «the goal of human history» (Gaudium et spes, 45; cfr. Apostolicam actuositatem, 20; Gaudium et spes, 40-45).
We commend your generosity to the Virgin Mary, who is so much loved here. The Mother of God, whose glory comes entirely from her Son, will guard your commitment and will pray that your apostolate may respond to the deep hope of men, and thus cause this great land, with its deeply religious soul, to shine with the brightness of the good news-the source of justice, truth, liberty and love.
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PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO
DI SUA SANTITÀ PAOLO VI
IN ASIA ORIENTALE, OCEANIA E AUSTRALIA
DISCORSO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
AL LAICATO CATTOLICO
Manila, Filippine
Domenica, 29 novembre 1970
Cari Figli e Figlie,
abbiamo voluto dedicare a voi, nonostante l’intenso Nostro programma, alcuni istanti per un incontro speciale. A motivo del vostro impegno d’apostolato, nella grande varietà delle sue forme, voi siete, per la Chiesa, oggetto di una particolare attenzione. Animati dalla grazia del battesimo e della cresima e, per alcuni, del matrimonio, voi avete risposto all’invito di Dio che domanda a ogni cristiano di essere «un testimonio e in pari tempo un vivo strumento della stessa missione della Chiesa» (Apostolicam actuositatem, 2). Sia lode a Dio per questa grande grazia! Che l’animo vostro sia incoraggiato a perseverare nel vostro impegno, «a modo di fermento, col vigore del vostro spirito cristiano» (Lumen gentium, 33).
Il Decreto del Concilio Ecumenico Vaticano II sull’Apostolato dei Laici, che tutti conoscete e che oggi costituisce in qualche modo lo statuto dell’attività apostolica del laicato, insiste sullo spirito con cui essa deve essere vissuta: «L’apostolato si esercita nella fede, nella speranza e nella carità: virtù che lo Spirito Santo diffonde nel cuore di tutti i membri della Chiesa» (Ibid., 3).
VITA DI FEDE
Una certa tendenza vorrebbe limitare la nostra fede ad alcuni atti religiosi. Noi sappiamo quanto i cristiani delle Filippine amino, legittimamente, le manifestazioni esteriori della loro fede. Voi tuttavia non ignorate che è necessario andare più avanti; la vostra fede deve rischiararsi alla luce dello studio della Sacra Scrittura, dell’insegnamento della Chiesa e particolarmente delle direttive dell’ultimo Concilio; essa, infine, per divenire una testimonianza capace di sospingere gli uomini verso Dio, deve tradursi in concreto nella vostra vita. I laici impegnati nell’apostolato, proprio perché cristiani, devono essere i cittadini migliori, i più onesti, i più solleciti del bene comune, e «né la cura della famiglia né gli altri impegni secolari devono essere estranei alla loro spiritualità» (Ibid., 4).
VITA DI SPERANZA
L’Asia, il continente più popolato del globo, è in movimento. Milioni e milioni di uomini aspirano oggi a migliori condizioni di vita ed inoltre, all’appagamento delle loro inquietudini religiose profonde, che significano sete di Dio. Gli ostacoli immensi che rallentano o impediscono il loro cammino verso questo sviluppo integrale, rischiano di ingenerare sentimenti di disperazione. «I laici devono assumere come loro compito proprio l’instaurazione dell’ordine temporale, dichiara ancora il Concilio. Come cittadini, devono cooperare con gli altri cittadini secondo la loro specifica competenza e sotto la propria responsabilità, e cercare dappertutto e in ogni cosa la giustizia del regno di Dio» (Apostolicam actuositatem, 7). Come potranno raggiungere questa mèta, se non saranno condotti dalla Speranza, dalla certezza fondata sulla forza e sull’aiuto di Dio? Le lentezze, le difficoltà, gli insuccessi non arrivano a far vacillare né a indurre alla ribellione colui che è animato da questa certezza, data dall’alto.
VITA DI CARITÀ
L’amore di Dio è inseparabile – insegna Gesù Cristo – dall’amore del prossimo. L’apostolo deve essere assetato di una carità sempre più vera, più universale. Il suo amore per i fratelli, specialmente per i più debolii e i più poveri, sarà ben radicato nell’amore che Dio ha per tutti, particolarmente «per i più piccoli tra i suoli» (Cfr. Matth. 25, 40). L’amore a Dio non è un’assicurazione per se stessi: è un’esigenza da partecipare. Il laico impegnato sarà spinto dalla carità a studiare le situazioni concrete dei suoi fratelli, a essere ricco di inventiva nell’applicare le soluzioni, preoccupato nel far fiorire i valori reali .- artistici, intellettuali, religiosi – della cultura del suo popolo. Assimilata la dottrina della Chiesa, sarà fedele all’obiettivo di ogni autentico apostolato sociale: un umanesimo aperto ai valori dello spirito e a Dio che ne è la sorgente (Cfr. Populorum progressio, 42); terrà presente «che la legge fondamentale della umana perfezione, e perciò anche della trasformazione del mondo, è il nuovo comandamento della carità» (Gaudium et spes, 38). Conservando rapporti di confidenza con la gerarchia, alla cui opera di apostolato voi date la vostra collaborazione con docilità e nel dialogo, mettendo a frutto la vostra particobare esperienza, consapevoli di essere chiamati a santificare il mondo nell’esercizio stesso dei doveri del vostro stato, voi lavorerete insieme con gli uomini di buona volontà a edificare una città fraterna, dove l’uomo sia rispettato nella sua dignità unica di creatura fatta «a somiglianza di Dio» e dove la vita – personale, familiare e sociale – possa essere ordinata a Gesù Cristo, «termine della storia umana» (Gaudium et spes, 45; cfr. Apostolicam actuositatem, 20; Gaudium et spes, 40-45).
Noi affidiamo la vostra generosità alla Vergine Maria, qui tanto amata. La Madre di Dio, il cui splendore le viene tutto dal Figlio, conforterà il vostro impegno e otterrà che il vostro apostolato risponda alla viva speranza dlegli uomini e faccia brillare su questo grande Paese, dall’animo religioso, la luce della Buona Novella, sorgente di giustizia, di verità, di libertà e di carità.