Grande commozione oggi in Piazza San Pietro, a margine dell’udienza generale, per l’abbraccio affettuoso del Papa alla piccola Lizzy Myers, affetta da una malattia genetica rara, accompagnata dalla sorellina e dai genitori, che hanno poi incontrato la stampa nella Casa Bernadette dell’Unitalsi, l’organismo che ha assistito la famiglia nel lungo viaggio dall’Ohio, negli Stati Uniti, fino a Roma per realizzare un desiderio espresso dalla bimba: incontrare Francesco. Il servizio di Roberta Gisotti:

La storia di Lizzy, 5 anni affetta dalla sindrome di Usher tipo b – che la renderà presto cieca e sorda – era apparsa la scorsa estate sulla stampa americana. I suoi genitori avevano stilato per lei una serie di cose da vedere prima di perdere suoni, voci, forme, colori. Tra questi sogni da realizzare anche un viaggio a Roma. Lizzy, di famiglia cattolica, sa che lì vive il Papa e chiede di incontrarlo. Il desiderio di Lizzy apre una gara di solidarietà senza confini nel mondo. La Tukish Airlines offre i biglietti dei voli, l’Appia Resort offre il soggiorno e l’Unitalsi l’assistenza nel viaggio. Raccontano oggi Christine e Steve l’emozione forte di Lizzy con gli occhi sgranati davanti al Papa, a cui ha regalato una scatolina con un pezzetto di meteorite caduto nell’Ohio. Francesco l’ha abbracciata caramente, ha benedetto i suoi occhi, assicurando che pregherà per lei e la sua famiglia. “Ho avvertito un grande senso di pace”, racconta la mamma di Lizzy, ringraziando tutti gli italiani che hanno dimostrato grande affetto. La storia di Lizzy, un segno in questo Giubileo della Misericordia, che avvicina tutti al mondo della sofferenza, attraversata dalla speranza cristiana, sottolinea Emanuele Trancalini, presidente dell’Unitalsi di Roma (Unione italiana trasporto ammalati a Loudes e Santuari internazionali):

R. – Vorrei far capire che di Lizzy purtroppo, anche qui in Italia, ce ne sono veramente tantissime. Vorrei dare voce a questo, perché spesso il mondo della malattia, soprattutto quella dei bambini, è un mondo nascosto, e le persone se ne accorgono esclusivamente quando purtroppo la vivono sulla propria pelle. Noi abbiamo nove case accoglienza in tutta Italia e tutti i giorni assistiamo famiglie, casi e situazioni come quella di Lizzy.

D. – Una volta tanto possiamo dire che la sovraesposizione mediatica svolge un ruolo positivo, per avvicinare appunto il mondo della sofferenza a tutti…

R. – Assolutamente sì. Devo dire che questo Giubileo è proprio un’espressione di questo. Papa Francesco poi ha un’attenzione particolare al mondo della malattia e soprattutto al mondo dei piccoli, e questo è un grande segno del Giubileo.

06/04/2016 14:30