UDIENZA AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER GLI OPERATORI SANITARI (PER LA PASTORALE DELLA SALUTE)
Alle ore 12.15 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari (per la Pastorale della Salute).
Dopo l’indirizzo di omaggio del Presidente del Dicastero, S.E. Mons. Zygmunt Zimowski, il Papa ha rivolto ai presenti il seguente discorso:
● DISCORSO DEL SANTO PADRE
Cari fratelli e sorelle,
vi dò il benvenuto in occasione della vostra Sessione Plenaria, e ringrazio Mons. Zimowski per le sue parole. A ciascuno di voi va la riconoscenza del Vescovo di Roma per l’impegno che ponete verso tanti fratelli e sorelle che portano il peso della malattia, della disabilità, di un’anzianità difficile.
Il vostro lavoro di questi giorni prende spunto da quanto il beato Giovanni Paolo II, trent’anni or sono, affermava circa la sofferenza: «Fare del bene con la sofferenza e fare del bene a chi soffre» (Lett. ap. Salvifici doloris, 30). Queste parole egli le ha vissute, le ha testimoniate in maniera esemplare. Il suo è stato un magistero vivente, che il Popolo di Dio ha ricambiato con tanto affetto e tanta venerazione, riconoscendo che Dio era con lui.
E’ vero, infatti, che anche nella sofferenza nessuno è mai solo, perché Dio nel suo amore misericordioso per l’uomo e per il mondo abbraccia anche le situazioni più disumane, nelle quali l’immagine del Creatore presente in ogni persona appare offuscata o sfigurata. Così è stato per Gesù nella sua Passione. In Lui ogni dolore umano, ogni angoscia, ogni patimento è stato assunto per amore, per la pura volontà di esserci vicino, di essere con noi. E qui, nella Passione di Gesù, c’è la più grande scuola per chiunque voglia dedicarsi al servizio dei fratelli malati e sofferenti.
L’esperienza della condivisione fraterna con chi soffre ci apre alla vera bellezza della vita umana, che comprende la sua fragilità. Nella custodia e nella promozione della vita, in qualunque stadio e condizione si trovi, possiamo riconoscere la dignità e il valore di ogni singolo essere umano, dal concepimento fino alla morte.
Domani celebreremo la Solennità dell’Annunciazione del Signore. «Ad accogliere “la Vita” a nome di tutti e a vantaggio di tutti è stata Maria, la Vergine Madre, la quale ha quindi legami personali strettissimi con il Vangelo della vita» (Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 102). Maria ha offerto la propria esistenza, ha messo tutta se stessa a disposizione della volontà di Dio, diventando “luogo” della sua presenza, “luogo” in cui dimora il Figlio di Dio.
Cari amici, nel quotidiano svolgimento del nostro servizio, teniamo sempre presente la carne di Cristo presente nei poveri, nei sofferenti, nei bambini, anche indesiderati, nelle persone con handicap fisici o psichici, negli anziani.
Per questo invoco su ciascuno di voi, su tutte le persone ammalate e sofferenti con le loro famiglie, come su tutti coloro che se ne prendono cura, la materna protezione di Maria, Salus infirmorum, affinché illumini la vostra riflessione e la vostra azione nell’opera della difesa e della promozione della vita e nella pastorale della salute.
Il Signore vi benedica.
[00452-01.01] [Testo originale: Italiano]
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Vatican City, March 24, 2014 (Zenit.org) | 286 hits
“It is true that in suffering no-one is ever alone as God in his merciful love for mankind and for the world also embraces the most inhuman situations, in which the image of the Creator present in every person appears to be obscured or disfigured.”
In the Passion of Jesus, Pope Francis added, “there is the greatest school for whoever wishes to dedicate him to the service of his sick and suffering brethren”.
The Pope shared this insight today when he received participants in the plenary session of the Pontifical Council for Health Care Workers, whose president is Archbishop Zygmunt Zimowski.
The Pope recalled, on the Feast of the Solemnity of the Annunciation of the Lord, which will be celebrated tomorrow, how Mary welcomes life on behalf of us all. “Mary offers her very existence, she made herself entirely available for God’s will, becoming the locus of his presence, the place in which the Son of God resides”.
He continued, “The experience of fraternal sharing with those who suffer opens us to the true beauty of human life, which includes its fragility. In the protection and promotion of life, in whatever state and condition it may be found, we can recognise the dignity and the value of each single human being, from conception to natural death”. The Pope concluded by encouraging those present always to keep in mind “the flesh of Christ in the poor, in those who suffer, in children, including those who are unwanted, in people with physical or mental handicaps, and in the elderly”.
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Le pape rappelle que « la véritable beauté de la vie humaine » englobe aussi « sa fragilité », ce 24 mars 2014. Il affirme « la dignité et la valeur de tout être humain, de sa conception jusqu’à sa mort…, quels que soient le stade et les conditions » de sa vie.
Le pape a reçu les participants à la Session plénière du Conseil pontifical pour la pastorale de la santé, organisée à Rome sur le thème « Faire du bien avec la souffrance et faire du bien à ceux qui souffrent », tiré de la Lettre apostolique de Jean-Paul II Salvifici doloris.
Après le salut du président du dicastère, Mgr Zygmunt Zimowski, le pape leur a exprimé sa reconnaissance pour leur « engagement à l’égard de tant de frères et sœurs qui supportent le poids de la maladie, du handicap ou d’une vieillesse difficile ».
« Chers amis, gardons toujours à l’esprit la chair du Christ présente dans les pauvres, dans ceux qui souffrent, dans les enfants, y compris ceux qui n’ont pas été désirés, dans les personnes qui ont un handicap physique ou psychique et dans les personnes âgées », a-t-il exhorté.
Le pape a rappelé que « la véritable beauté de la vie humaine » englobait aussi « sa fragilité » : « Lorsque [l’homme] protège la vie, quels que soient le stade et les conditions de celle-ci, [il peut] reconnaître la dignité et la valeur de tout être humain, de sa conception jusqu’à sa mort. »
« Dans la souffrance personne n’est jamais seul, parce que Dieu, dans son amour miséricordieux pour l’homme et pour le monde, embrasse aussi les situations les plus inhumaines, dans lesquelles l’image du Créateur présent en chaque personne apparaît obscurcie ou défigurée », a-t-il poursuivi.
Le pape a donné « la plus grande école pour quiconque veut se consacrer au service de ses frères malades ou souffrants » : la passion de Jésus. En Jésus en effet, « toutes les douleurs humaines, toutes les angoisses, toutes les souffrances ont été assumées par amour, par pure volonté d’être proche de [l’homme], d’être avec [l’homme] ». (Zenit)