Limiting the Emergence and Spread of Antimicrobial Resistance (AMR):
A Call to Action
The World Antibiotic Awareness Week (WAAW), which takes place each November is an occasion to reiterate the urgent and global importance of this growing public health problem. The aim of this initiative is to “increase global awareness of antibiotic resistance (AMR) and to encourage best practices among the general public, health workers and policy makers to avoid the further emergence and spread of antibiotic resistance.”[1]
Since their discovery, antibiotics have served as the cornerstone of modern medicine and have transformed human health by saving millions of lives and alleviating much human suffering. “However, the persistent overuse and misuse of antibiotics in human and animal health have encouraged the emergence and spread of AMR, which occurs when microbes, such as bacteria, become resistant to the drugs used to treat them.”[2] Unfortunately, the problem is growing worse and is propagated among others, by the inadequate programs for infection prevention and control, poor-quality medicines, insufficient regulation of the use of antimicrobial medicines in human and animal food, agriculture and aquaculture sectors, as well as lack of access to healthcare services, including diagnostics and laboratory tests, contamination of soil water, and crops with antimicrobial residues.
Antimicrobial resistance poses a great challenge to global public heath today, for it threatens the effective prevention and treatment of a growing number of infections caused by bacteria, parasites, viruses and fungi. If left unaddressed, the continued emergence and spread of drug-resistant diseases will put at risk the effectiveness of modern medicine and is therefore a challenge to the health and development of nations. It makes it more difficult to safeguard the health and well-being of people most vulnerable to life-threatening infections, especially women giving birth, newborns, patients with certain chronic diseases and those undergoing chemotherapy or surgery.”[3] It also is a threat to “hundreds of millions of people who have no access to health care and are most susceptible to diseases related to antimicrobial resistance.”[4]
As Prefect of the Dicastery for Promoting Integral Human Development, I join the International Community to make this urgent call to action in order to limit the emergence and spread of antimicrobial resistance.
Yes our time is running out and we must act to initiate and animate the necessary behavior change; to strengthen awareness and action on infection prevention and control; and promote the appropriate stewardship of antimicrobials.
In this regard, the tens of thousands of Church-sponsored health care institutions and education centers and other faith based organizations are well positioned to encourage ongoing support, “mobilize individual and community action and advance social and medical practices to combat the emergence and spread of AMR…Faith communities, both at institutional and local levels, are well positioned to promote several effective and sustainable initiatives to address the problem.”[5]
While entrusting the clinical setting to the experts, I wish to point out some of those initiatives identified by Faith Based Organizations, for the engagement of communities in achieving immediate and sustained behavior change in order to reduce the emergence and spread of AMR:
· “Enhance awareness and education on methods to prevent and control infections;
· Create understanding of the individual and community impact of the misuses of and self-medication with antimicrobials;
· Build trust within the community to enhance surveillance and improve infections prevention and control, particularly trust in vaccines;
· Enable reliable and sustainable access to, and use of, water, sanitation, and hygiene.”[6]
These and other initiatives identified by policy makers and public health authorities, can indeed trigger the much needed behavior change in the communities, to address the emergence and spread of antimicrobial resistance. To the Blessed Virgin Mary, Salus Infirmorum, I entrust all our efforts to address this public health challenge of our times.
Cardinal Peter K.A. Turkson
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[1] WHO, Campaigns/World Antibiotic Awareness Week, 12-18 November 2018.
[2] Ibid.
[3] Card. Parolin, Statement on Antimicrobial Resistance, UN High-Level meeting, New York, 21 September 2016.
[4] Ibid.
[5] Workshop for Catholic-inspired and other faith-based organizations, Combating the Emergence and Spread of Antimicrobial Resistance: A Workshop to Strengthen Faith-Based Engagement, Rome Italy, December 12-15, 2016.
[6] Ibid.
[01855-EN.01] [Original text: English]
Traduzione in lingua italiana
Limitare l’insorgenza e la diffusione della resistenza agli antibiotici
Un’esortazione ad agire
La Settimana mondiale per l’uso consapevole degli antibiotici [World Antibiotic Awareness Week (WAAW)], che si svolge nel mese di novembre di ogni anno, è l’occasione per ribadire l’urgenza e l’importanza mondiale di questo crescente problema di salute pubblica. Lo scopo di tale iniziativa è quello di “aumentare la consapevolezza globale relativamente alla resistenza agli antibiotici [Antimicrobial Resistance (AMR)] e incoraggiare le migliori pratiche tra il pubblico in generale, gli operatori sanitari e i responsabili politici per evitare un’ulteriore insorgenza e diffusione della resistenza agli antibiotici”[1].
Fin dalla loro scoperta, gli antibiotici sono stati la pietra angolare della medicina moderna e hanno trasformato la salute dell’umanità salvando milioni di vite e alleviando numerose sofferenze. “Tuttavia, l’uso inappropriato e l’abuso di antibiotici negli uomini e negli animali hanno favorito l’insorgenza e la diffusione dell’AMR, che si verifica quando microbi, come i batteri, diventano resistenti ai farmaci usati per curarli”[2]. Purtroppo, il problema si sta aggravando e diffondendo, quale conseguenza, tra l’altro, di programmi inadeguati di prevenzione e controllo delle infezioni, di medicinali di scarsa qualità, di un’insufficiente regolamentazione per quel che concerne l’impiego di antibiotici nella popolazione, nei cibi per gli animali e in agricoltura, nonché per le difficoltà di accesso ai servizi sanitari, ivi compresi i test diagnostici e laboratoristici, e per la contaminazione dell’acqua, del suolo e delle coltivazioni.
La resistenza agli antibiotici rappresenta oggi una grande sfida per la salute pubblica mondiale poiché minaccia la prevenzione e il trattamento efficaci di un numero crescente di infezioni causate da batteri, parassiti, virus e funghi. Se non affrontata, la continua insorgenza e diffusione di malattie resistenti ai farmaci mette a rischio la medicina moderna, e rappresenta una sfida per la salute e lo sviluppo delle nazioni mentre “rende più difficile salvaguardare la salute e il benessere delle persone più esposte a infezioni mortali, specialmente le partorienti, i neonati, i pazienti con determinate malattie croniche e quanti si sottopongono a chemioterapia o a interventi chirurgici” [3] e minaccia, in particolare, “centinaia di milioni di persone che non hanno accesso all’assistenza sanitaria e sono più suscettibili a malattie collegate alla resistenza antimicrobica”[4].
In qualità di Prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, mi unisco alla comunità internazionale nell’esortazione ad agire con urgenza al fine di limitare l’insorgenza e la diffusione della resistenza agli antibiotici.
Il tempo a nostra disposizione sta per scadere, e noi pertanto dobbiamo agire per promuovere e intraprendere le indispensabili modifiche di comportamento, per aumentare il livello di consapevolezza e l’efficacia degli interventi preventivi, per intensificare il controllo delle infezioni e per impiegare correttamente gli antibiotici.
Al riguardo, le decine di migliaia di centri sanitari e istituzioni di formazione medica e assistenza sanitaria gestiti dalla Chiesa, come pure quelli che fanno riferimento ad altre organizzazioni religiose, sono nella posizione ideale per favorire un sostegno costante, e per “intraprendere azioni individuali e di gruppo finalizzate a promuovere attività sociali e mediche utili per contrastare l’insorgenza e la diffusione dell’AMR … Le comunità religiose, sia a livello istituzionale che locale, sono nella giusta posizione per promuovere iniziative efficaci e sostenibili per affrontare il problema”[5].
Mentre lascio l’ambito clinico agli esperti, desidero sottolineare alcune iniziative identificate dalle organizzazioni confessionali affinché le comunità si impegnino a realizzare un cambiamento comportamentale immediato e di alto profilo, al fine di ridurre l’insorgenza e la diffusione dell’AMR:
· “Aumentare la consapevolezza e l’educazione sui metodi di prevenzione e controllo delle infezioni;
· Sensibilizzare rispetto all’impatto individuale e comunitario derivante dall’uso improprio degli antibiotici e dalla loro autosomministrazione;
· Instaurare un clima di consapevolezza all’interno della comunità al fine di aumentare il livello di attenzione, di migliorare la prevenzione e il controllo delle infezioni e, in particolare, di incrementare la fiducia nei vaccini;
· Far sì che siano affidabili e sostenibili sia l’accesso all’acqua e alle risorse igienico-sanitarie, sia il loro impiego”[6].
Queste e altre iniziative identificate dai responsabili politici e dalle autorità di sanità pubblica possono effettivamente innescare nelle comunità il cambiamento di comportamento tanto necessario per affrontare l’insorgenza e la diffusione della resistenza agli antibiotici. Affido alla Beata Vergine Maria, Salus Infirmorum, tutti i nostri sforzi per affrontare questa sfida della sanità pubblica dei nostri tempi.
Cardinale Peter K.A. Turkson
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[1] WHO, Campaigns/World Antibiotic Awareness Week, 12-18 November 2018.
[2] Ibid.
[3] Card. Parolin, Intervento all’Incontro di alto livello sulla resistenza Antimicrobica, New York, 21 settembre 2016.
[4] Ibid.
[5] Workshop for Catholic-inspired and other faith-based organizations, Combating the Emergence and Spread of Antimicrobial Resistance: A Workshop to Strengthen Faith-Based Engagement, Rome Italy, December 12-15, 2016.
[6] Ibid.
[01855-IT.01] [Testo originale: Inglese]