Dobbiamo essere veri servitori di coloro che soffrono in diversi modi, anche a causa di violenza, persecuzione, esilio, discriminazione». Dalla Terra santa si leva forte un richiamo alla condivisione e alla solidarietà. Inviato speciale del Papa a Nazaret per la celebrazione della ventiquattresima giornata mondiale del malato, l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, nel pomeriggio di giovedì 11 febbraio, ha ricordato a tutti i cristiani che non è possibile voltarsi dall’altra parte e che ognuno è chiamato, con la stessa disponibilità di Maria, a lasciarsi interpellare dalla sofferenza: «L’uomo soffre in diversi luoghi — ha detto il presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari nel corso della messa celebrata nella basilica dell’Annunciazione — a volte soffre terribilmente e chiama un altro uomo».
E se «a volte ci intimidisce il fatto di non poter aiutare in modo soddisfacente», dobbiamo essere consapevoli che «l’importante è andare e stare accanto all’uomo che soffre», perché «egli, forse, più che della guarigione, ha bisogno della presenza dell’uomo, del cuore umano pieno di misericordia, dell’umana solidarietà». È un impegno per tutti. E l’anno della misericordia, ha aggiunto il presule, «costituisce un’occasione propizia per intensificare lo spirito della misericordia in ognuno di noi». Infatti, «il metro della cultura di una società e di uno Stato» è costituito proprio dalla cura e dall’attenzione che vengono date ai malati e quanti quotidianamente sono chiamati a confrontarsi col dolore e la malattia — gli operatori sanitari e i volontari — devono sempre ricordarsi che la loro non è solo una professione, ma soprattutto «un servizio, una vocazione». Senza dimenticare che a ogni cristiano sono rivolte le parole che Maria disse ai servitori di Cana: «Fate quello che vi dirà». Proprio da Maria, ha spiegato l’arcivescovo Zimowski, bisogna apprendere la premura per l’altro e, in particolar modo, per l’altro sofferente. Facendo riferimento al luogo della celebrazione il presule ha infatti suggerito che a Nazaret «si impara il metodo con cui potremo entrare nell’intelligenza di Cristo»: qui si entra in contatto con «la scuola del Vangelo della misericordia». L’incontro con la sofferenza, infatti, «sarà sempre un mistero», ma «Gesù ci aiuta a svelarne il senso». E Maria, con il suo “sì”, con il suo essere “serva” durante tutta la vita, con il suo ruolo di «mediazione», ci indica la strada verso lui. La giornata mondiale del malato celebrata in Terra santa, ha aggiunto il presidente del dicastero per la pastorale della salute, assume quest’anno anche un ulteriore significato legato proprio al giubileo della misericordia. L’auspicio è che possa favorire l’incontro con le altre religioni, rendere «più aperti al dialogo» ed eliminare ogni forma di chiusura, di violenza e di discriminazione. Il presule ha infatti richiamato il messaggio inviato per l’occasione da Francesco, nel quale si legge: «Ogni ospedale o casa di cura può essere segno visibile e luogo per promuovere la cultura dell’incontro e della pace, dove l’esperienza della malattia e della sofferenza, come pure l’aiuto professionale e fraterno, contribuiscano a superare ogni limite e ogni divisione».
L’Osservatore Romano, 12 febbraio 2016.

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“La malattia può essere la via per arrivare ad una più stretta vicinanza con Gesù che cammina al nostro fianco, caricato della Croce.” Con queste parole impresse nei cuori, scritte da Papa Francesco nel messaggio per la XXIV Giornata del Malato, la delegazione pontificia, giunta per la settimana dedicata a questa giornata istituita da San Giovanni Paolo II nel ‘93, ha intrapreso un particolare pellegrinaggio in Terra Santa. Da Nazareth, il servizio di Miriam Bianchi per il Christian Media center:

E’ in corso la settimana dedicata alla Giornata Mondiale del Malato 2016. Ed é la prima volta, da quando Papa Giovanni Paolo II istituì tale ricorrenza, ogni 11 di febbraio, che le celebrazioni ufficiali si svolgono in Terra Santa. Un tema particolare quello scelto per questa edizione, la 24.ma, tratto dal Vangelo di Giovanni: “Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Giornate intense quelle che hanno coinvolto i pellegrini del Pontificio consiglio per gli Operatori sanitari, che ogni giorno si sono ritrovati in una diversa città per recitare le lodi e i vespri, e per celebrare l’Eucarestia, la Riconciliazione e l’unzione degli infermi. Un pellegrinaggio che ha previsto inoltre incontri con numerosi istituti sanitari e opere caritative che operano qui in Terra Santa.
Toccante celebrazione della Giornata del Malato nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth
Presso il Pontificio Istituto Notre Dame di Gerusalemme, si è tenuto prima un incontro tra la delegazione della Santa Sede, gli ordinari cattolici di Terra Santa e alcuni vescovi, dal titolo: “Ero malato e mi avete visitato”; poi un convegno teologico pastorale dal titolo: “La vita umana è sacra, preziosa e inviolabile”, tenuto dal prof. Etienne Lepicard. Due occasioni in cui i vari rappresentanti delle realtà caritative e sanitarie della Terra Santa, durante la conferenza, hanno condiviso la loro esperienza, esprimendo esigenze, ma soprattutto testimoniando il bisogno di mettere il malato al primo posto. Inoltre, hanno aiutato i partecipanti ad approfondire il valore della malattia, poiché, come ha sottolineato il segretario del Pontifico Consiglio, Jean-Marie Mupendawatu, “Continuiamo a fare del bene, perché la sofferenza è salvifica”. Tra i presenti anche l’arcivescovo siro-cattolico di Mosul, in Iraq, i cui parrocchiani sono stati costretti ad abbandonare le proprie terre, pur di non rinnegare la propria fede.L’evento centrale è stato la Messa solenne tenutasi ieri nella Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, nella Giornata Mondiale del Malato; perché, come ha sottolineato l’inviato speciale, mons. Zygmunt Zimowski, che guida la delegazione della Santa Sede: “Il significato di questa giornata è stato descritto dalla Lettera che Giovanni Paolo II ha rivolto a Sua Eminenza Angelini, il primo presidente del Pontificio Consiglio, cioe’: ‘Sensibilizzare la gente verso i malati, verso i sofferenti, ma anche sensibilizzare i sofferenti che offrono le loro malattie e sofferenze per gli altri’”.

Commozione tra i malati, mons. Zimowski: Cristo serve gli ammalati e i sofferenti
La Basilica Superiore dell’Annunciazione ha accolto tanti cristiani locali e pellegrini, sopra quella grotta dove la Vergine Maria disse il suo “sì”. Nella solenne celebrazione eucaristica in latino, animata da canti in arabo, sono risuonate forti nell’omelia di mons. Zimowski le parole di Papa Francesco: “Possiamo chiedere a Gesù misericordioso, attraverso l’intercessione di Maria, Madre sua e nostra, che conceda a tutti noi questa disposizione al servizio dei bisognosi e concretamente ai nostri fratelli e alle nostre sorelle malati”. In prima fila loro, i malati delle tante istituzioni presenti in Terra Santa, ad offrire le proprie sofferenze e a rappresentare tutti coloro che sparsi nel mondo soffrono. Perché, come ha sottolineato mons. Zimonski: “Cristo, chiamato con fiducia presso i malati, Cristo chiamato dagli ammalati, Cristo al servizio degli uomini sofferenti”.

Non è mancato il ringraziamento a quanti dedicano il loro tempo ai malati: medici, infermieri, tutti i rappresentanti degli operatori sanitari, le istituzioni che servono la salute umana; perché – ha continuato nella sua omelia – “l’uomo soffre in diversi luoghi; a volte soffre terribilmente e chiama un altro uomo. Ha bisogno del suo aiuto. Ha bisogno della sua presenza”.

Ma è nel momento dell’unzione degli infermi che questa XXIV Giornata Mondiale del Malato trova la sua massima espressione; il popolo di Dio si riunisce sotto la Croce e si riconosce bisognoso della cura e della misericordia di Dio.

E’ stato infine annunciato, alla fine della celebrazione eucaristica, che la prossima Giornata Mondiale del Malato si terrà in India.

Le celebrazioni e gli incontri continueranno anche nei prossimi giorni qui in Terra Santa, ma nei cuori dei presenti rimarranno le parole del Santo Padre:  “A tutti coloro che sono al servizio dei malati e dei sofferenti, auguro di essere animati dallo spirito di Maria, Madre della misericordia. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio e portarla impressa nei cuori e nei gesti”.

http://www.news.va/it/news/mons-zimowski-in-terra-santa-gesu-al-servizio-dei